A Reunion cani utilizzati come esche per gli squali
19.08.05
Nell'isola di Reunion i cani randagi sono usati come esche per la pesca degli squali. A denunciare quanto avviene nell'isola - situata nell'Oceano Indiano a 650 km ad est del Madagascar, appartenente all'arcipelago delle Mascarene e sotto la giurisdizione del governo francese - è l'associazione Animalisti italiani. Ma l'allarme era stato già lanciato il 3 luglio scorso dalla trasmissione 30 millions d'amis su France2. Nel programma era stato rivelato, attraverso filmati e immagini, il maltrattamento di molti cani dell'isola. Una tradizione locale consiste nel mettere all'amo dal muso i cani, caricarli sulle imbarcazioni e gettati in mare ancora vivi, nell'attesa di essere dilaniati dagli squali. «Questa pratica è una consuetudine - ha spiegato Ilaria Ferri, direttore dell'associazione animalisti italiani - dei pescatori del posto. Non possiamo quantificare i casi, ma contando che nell'isola ci sono 150mila cani randagi, non è difficile ipotizzare quanti ne siano stati uccisi. Inoltre è da condannare, allo stesso modo, la pesca degli squali, molto spesso appartenenti a specie protette di cui ne è vietata la cattura».
Ad una settimana dalla trasmissione è stato ritrovato un cucciolo morto di 6 mesi che aveva il muso e le zampe con alcuni uncini. Il 29 luglio a Saint Marie de la Reunion un bambino ha scoperto in un burrone un cucciolo ferito con un uncino nelle zampe. Questi maltrattamenti avvengono in un paese che è sotto la giurisdizione francese, quindi dovrebbero essere rispettate le norme a tutela degli animali. Leggi che già dal 1963 hanno creato il delitto di atti di crudeltà commessi nei confronti di qualsiasi animale. Di fronte a questa situazione la fondazione 30 millions d'amis ha cercato di sensibilizzare gli enti locali ed è stata aperta un'indagine dal procuratore di Saint-Denis de la Reunion, che è tuttora in corso. Intanto la fondazione 30 millions d'amis sta facendo circolare una petizione internazionale che verrà consegnata a Fracois Baroin, ministro d'oltremare. «Siamo pronti - ha detto Ilaria Ferri - anche ad imponenti campagne di boicottaggio per uno dei più ricercati paradisi turistici che, in realtà, è un vero inferno per gli animali»
Sociale.network