«Un volatile morto e la caccia è sospesa»
19.10.05
Danilo Selvaggi, responsabile dei rapporti istituzionali della Lipu, ieri ha partecipato a una riunione del tavolo tecnico del ministero della Salute incaricato di prendere decisioni sulla caccia. La prima decisione, salutata con favore dalle associazioni ambientaliste e animaliste, riguarda il divieto dell'utilizzo dei richiami da caccia vivi: per esempio le anatre domestiche che vengono utilizzate dai cacciatori come esche per attirare gli uccelli selvatici. Per la sospensione della caccia bisognerà attendere tempi peggiori: basterà un solo caso di influenza aviaria per vincere tutte le resistenze della lobby dei cacciatori.
La Lipu avrebbe preferito l'immediata sospensione della caccia?
Non chiedevamo questo. La nuova task force che si è formata ieri comprende istituti scientifici, associazioni animaliste e associazioni venatorie. Abbiamo sempre cercato di evitare che si accendesse una disputa ideologica sulla caccia, la questione è delicata e ci rimettiamo alle decisioni della scienza. La discussione tra le varie componenti è aperta ed è molto importante che tutti i soggetti interessati diano il loro contributo di monitoraggio.
La comunità scientifica ormai è convinta che gli uccelli migratori siano uno dei veicoli privilegiati per la diffusione del virus. Allora perché il ministro Storace ancora non si decide a sospendere la stagione venatoria?
Il ministro sta aspettando il parere degli istituti scientifici e attende la decisione dell'Unione europea, è una scelta condivisibile. Ma se in Italia venisse segnalato il virus H5N1 credo che non si potrà fare a meno di sospendere la caccia.
L'H5N1 può essere trasmesso anche dalle feci. Se è così, perché sarebbe utile sospendere la caccia?
In questo momento stanno arrivando dalla Siberia centinaia di milioni di uccelli e tra questi anche alcune specie che ospitano il virus meglio di altre (altre muoiono se colpite dall'H5N1). E' evidente che milioni di anatre che cadono a terra sono un rischio, l'eventuale contagio attraverso le feci è ineludibile ma bisogna ancora stabilire la capacità di sopravvivenza di questo virus, e poi bisogna assolutamente ribadire che non è coerente con i fatti dare per scontato l'arrivo di una pandemia.
Secondo alcuni, i cacciatori, sparando a uccelli che risultassero contaminati, potrebbero diventare sentinelle per intercettare la diffusione del virus.
Noi come Lipu ovviamente siamo contro la caccia, sempre: per una scelta di tipo etico. Ma siccome la situazione è delicata, in questo caso posso aggiungere che comunque andrebbe distinto l'abbattimento di alcuni esemplari dal fatto che 800 mila cacciatori in questo momento stanno sparando a tutto ciò che si muove come se niente fosse.
Gli esperti di migrazioni dicono che la situazione sarà più problematica per l'Europa se il virus verrà trasportato verso l'Africa, dove può svilupparsi con più virulenza.
La maggior parte degli uccelli migratori in questo momento sta puntando verso sud, solo una parte si fermerà in Europa. Il problema è qui ma anche in Africa. Il contesto sociale e sanitario è decisivo e bisognerà vedere in che modo i paesi più svantaggiati riusciranno a fronteggiare l'influenza aviaria: ecco perché le migrazioni verso l'Europa della prossima primavera potrebbero essere rischiose. Stiamo sperimentando una nuova forma di globalizzazione, piuttosto brutta.
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