Le pellicce stanno bene solo alle bestie
Torna ad essere rovente il clima tra gli animalisti e le case di moda produttrici di pellicce provenienti da animali selvatici. Oltre trent’anni fa usciva in Italia un libro edito da Bompiani. Si intitolava “Il dominio dell’uomo sulla natura”.
Già allora la querelle tra le grandi case di moda e chi voleva gli animali non privati dei loro vestiti infuriava. “Ogni anno sono uccisi” si leggeva “trenta milioni di animali selvaggi solo per il valore della loro pelle. La maggioranza viene uccisa con le trappole.”.
Oggi, per fortuna, qualcosa è cambiato: molti felini pregiati e altri sulla lista degli animali in via d’estinzione non possono essere commercializzati, almeno nei paesi dove questo non avviene di frodo. Oggi gli animali da pelliccia vengono spesso allevati e non più cacciati con trappole e altri barbari mezzi, anche se poi, alla fine, si tratta di una ben magra attenuante. È quanto accade per volpi e visoni. Vi sono ancora però numerosi animali che, soprattutto in paesi dove la legislazione nei confronti del benessere animale è inesistente, sono cacciati con metodi talmente crudeli che solo il raffinato sadismo umano può concepire. Ancora oggi per non rovinare la preziosa pelliccia dell’ermellino non si usano trappole, ma barre di metallo immerse nel grasso. L’animale affamato lecca il grasso e il freddo intenso agisce sul ferro in modo che la lingua dell’ermellino vi resta incollata come fosse stata presa in una morsa. Alcuni animali si strappano la lingua nel tentativo di fuggire.
I filmati dei cuccioli di foca scuoiati vivi sono atto d’accusa che non ammette difesa. In questi giorni è il gruppo britannico “Respect for animals” a puntare il dito contro la casa di moda Gucci che commercializza una nuova pelliccia di foca color ebano. Gli Stati Uniti sono il paese più avanzato in questo campo, avendo vietato l’importazione di prodotti a base di foca ben trent’anni fa, mentre l’Europa vieta solo il commercio di foche con meno di dodici giorni di vita. In Gran Bretagna ormai i tempi sono maturi per un totale divieto, alla stregua di quello statunitense. Una mozione in tal senso alla Camera dei Comuni ha trovato l’appoggio di 153 parlamentari.
Nel frattempo divampa la polemica tra i Gucci e il gruppo britannico. La casa di moda, riporta l’Ansa, sostiene di non aver mai commercializzato quel coprispalla di foca in Inghilterra, anzi arriva ad affermare che forse non era neanche foca. La portavoce della casa di moda però si è contraddetta non volendo confermare quanto in precedenza affermato. Sta arrivando il freddo e bisognerà coprirsi. Vi sono oggi tessuti artificiali in grado di tenere molto più caldo delle pellicce animali.
Indirizziamo i nostri acquisti su quelli perché, come scriveva giustamente Sir Peter Scott “le pellicce dei leopardi stanno bene ai leopardi”.
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