Perché devono soffrire per mano dell'uomo ?
16.11.05
Caro direttore, un'errata interpretazione del vangelo, ha fatto diffondere l'aberrante credenza che il dolore degli uomini sia quasi una grazia di Dio (cf Lettera Apostolica Salvifici doloris, di Giovanni Paolo II); ma gli animali, che non sembra abbiano peccati originali da scontare, perché devono soffrire, per di più per mano dell'uomo? Il limite della sofferenza inflitta agli animali da allevamento, non è posto da un briciolo di rispetto verso di essi, ma dalla convenienza economica: le malattie, lo stress, i disagi, i maltrattamenti, possono arrivare sino al punto da non influire sul massimo rendimento; la morte non programmata degli animali, infatti, farebbe arrivare meno carne, meno latte, e meno uova sulla tavola dei consumatori. Ma i consumatori non avrebbero il diritto di sapere che carne mangiano, e che latte bevono? E' solo l'aviaria che devono temere? I polli che mangiamo, potrebbero vivere, da liberi, fino a 7 anni, ma sono macellati a 45 giorni, perché così conviene. Il sovraffollamento - fino a 10, 15 polli al metro quadrato - provoca scoppi di violenza che porta al cannibalismo. Decine di migliaia di oche, immobilizzate, vengono ingozzate con un imbuto fino a che il loro fegato si spappola, e potrà diventare paté de foie gras. Milioni di conigli sono costretti a vivere in gabbie di ferro, nutriti illegalmente con farine di carne e legalmente con farine di pesce, con conseguenti ulcere, malformazioni, e malattie "curate" con diversi medicinali. Non sarebbe giusto indicare sull'etichetta (è una provocazione, ovviamente) il grado di maltrattamento subito dall'animale? Se è morto pazzo di terrore e quale quantitativo (questa non è una provocazione) di medicinali, pesticidi, fertilizzanti, contiene la sua carne? Le mucche inserite nel ciclo industriale del latte, vengono collegate alle mungitrici meccaniche automatiche, in maniera intensiva per ottenere il massimo sfruttamento possibile. Questo causa l'insorgenza della mastite e l'infiammazione purulenta da stafilococchi che viene "curata" con antibiotici. Il pus passa nel latte assieme alle altre sostanze (antibiotici, ormoni, medicinali vari) e quindi le autorità sanitarie hanno stabilito quanto pus può essere ammesso nel latte che beviamo, e quale quantitativo di residuo dei medicinali veterinari può contenere… Dagli Stati europei dovrebbero venire leggi a favore degli animali da allevamento, e di conseguenza a favore degli uomini; al Papa vorrei permettermi di suggerire una bella enciclica intitolata, magari, in ricordo del predecessore, Evangelium vitae bestiarum.
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