Mangiamo cadaveri ?
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21.01.06
La consuetudine è così affermata che l'uomo non si rende più nemmeno conto che ormai da millenni si nutre di cadaveri.
Olocausto
Le parole hanno il potere di dare un differente valore alle cose e ci distaccano dalla realtà. Usando parole come salumi, prosciutto, fesa, braciola, fiorentina, speck, salsiccia, bresaola, trippa, bottarca e tutte quell'altre parole tanto care ai buongustai, l'uomo si dimentica che sta mangiando cadaveri.
E' stato difficile per me arrivare alla comprensione della verità a causa delle idee preconcette che ci vengono propinate fin dall'infanzia.
Nessuno deve sentirsi personalmente accusato di azioni deprecabili, l'articolo è la proposta di una presa di coscienza di consuetudini alimentari ereditate fin dalla nascita che meritano di essere analizzate. Il fatto che la maggioranza di una comunità faccia determinate azioni le rende "normali". Ad esempio in una comunità di cannibali è normale mangiare altri esseri umani, ma nella società occidentale se un cannibale volesse mantenere le sue usanze farebbe insorgere qualche protesta. In Cina i cani vengono allevati e macellati al pari di polli, mucche, pecore, maiali, struzzi, conigli, fagiani, ecc. ma se il nostro vicino allevasse cani per poi mangiarseli, una volta venuto a conoscenza delle autorità verrebbe arrestato e i media ne parlerebbero, e qualche direttore di TG, direbbe: "Pensate, allevava cani e poi se li mangiava! Il cane, il miglior amico dell'uomo...!" In una civiltà più cosciente, in un futuro più o meno prossimo, se il "lato oscuro della forza" (scusa Lucas se ti cito) non prevalerà, un giorno potremmo vedere un documentario sul passato dell'uomo, quando si nutriva di animali.
Quando si è bambini e si va a scuola, si dà la fiducia all'insegnante e si pensa che quello che esce dalla sua bocca o che leggiamo sui testi scolastici sia oro colato e accettiamo tutto così com'è senza verificare personalmente se corrisponde a verità. Queste “verità” diventano punti di riferimento con cui nel corso della nostra vita confrontiamo le informazioni che ci arrivano, solidi come le pietre miliari impiantate dai romani che possiamo vedere ancora lungo alcune strade statali. Quando poi incontriamo concetti contrastanti, la nostra “verità” ci induce a fare opposizione e occorre un notevole sforzo per decidere di dare una chance alle nuove idee. In una certa misura ci sentiamo in torto, abbiamo vissuto con concetti errati credendo che fossero veri e non tutti sono disposti ad ammetterlo immediatamente, e persistono vivendo in base a tali concetti errati a loro discapito. Il bisogno di aver ragione spesso ci fa persistere nel continuare azioni irrazionali per non dover ammettere che eravamo in errore.
Gli scienziati dicono che l'uomo è onnivoro e le persone credono alle varie teorie che sostengono tale caratteristica, anche se priva di fondamento e resistono a chi afferma il contrario per le ragioni sopraddette.
L'uomo odierno della civiltà occidentale è onnivoro, ma questa non è una sua peculiarità, semmai un'aberrazione. E' diventato onnivoro, ed è una degenerazione.
Intorno a discariche maleodoranti, distanti centinaia di chilometri dal mare, vivono a volte comunità di gabbiani che si nutrono dei rifiuti, ma non sono “rifiutivori”, semmai si sono aberrati alterando le loro abitudini a discapito della loro salute e primordiale bellezza.
L'uomo è fondamentalmente frugivoro, la frutta e i vegetali a foglia verde sono il suo alimento. La frutta matura fornisce i carboidrati complessi essenziali per il sangue e l'energia, mentre i vegetali a foglia verde forniscono i minerali essenziali. I vegetali amidacei invece non sono adatti perchè sviluppano acido carbonico e successivamente muco.
Nel corso dei secoli l'uomo ha modificato le sue abitudini alimentari, le sue aberrazioni si sono diffuse fino a diventare usanze.
Quello che una volta era per lui ripugnante è diventato alla fine gustoso.
Adesso, chi sostiene che l'uomo è frugivoro e che la frutta dolce e succosa è il suo alimento perfetto, diventa oggetto di scherno e derisione, essendo agli antipodi della condizione attuale.
Quando ero bambino avevo un cane, Ras, un pastore tedesco che mangiava gli avanzi di noi onnivori. A lui andavano gli avanzi dei polli e dei conigli che allevava mia madre. Poi arrivarono dei vicini e dal muro di cinta adiacente passavano i loro avanzi a Ras, principalmente pasta e riso, e Ras mangiava tutto. Era diventato onnivoro, si prese il cimurro e un giorno il giardiniere su ordine dei miei, nonostante il mio pianto disperato e le proteste, pose fine alla sua agonia con un colpo di fucile.
Quando gli scienziati affermano che l'uomo è onnivoro esprimono semplicemente un'evidenza della condizione attuale, che di fatto è un'aberrazione. Ma questo non significa che faccia parte del suo modo di vivere naturale, come non era certo naturale per Ras mangiare pastasciutta.
Insistere sul fatto che l'uomo sia onnivoro darà forse ragione alla scienza, all'antropologia e tutte le altre -logie, ma si continuerà a mantenerlo nella condizione patologica in cui si trova.
La malattia non è un'eccezione nella vita quotidiana attuale, ma una costante. Anzi, l'eccezione è essere sani, e non dovrebbe essere cosi, possibile che la Natura abbia sbagliato in maniera così grossolana? Infatti, l'errore è solo nostro.
Molte cose entrano in gioco quando ci nutriamo di “carne”. Ogni tanto non posso trattenermi dal ridere, anche se so che la situazione è tragica piuttosto che comica, quando sento qualcuno alla TV che dà consigli sull'alimentazione e parla di selvaggina, di carni bianche, di carni nobili, carne tenera, carne frollata, sono tutte fantasie, in realtà stanno parlando di cadaveri che hanno iniziato il processo di decomposizione dal momento in cui sono stati uccisi.
Nel caso della carne, oltre al ben conosciuto fatto che il consumo determina depositi di acidi urici nei tessuti provocando le varie artrosi ed artriti, c'è un fattore sconosciuto ai più.
Le cellule hanno una memoria e oscillando trasmettono vibrazioni ad altre cellule. Nella memoria delle cellule degli animali uccisi al macello troviamo dolore, terrore, disperazione, odio e risentimento, emozioni negative che vengono esasperate nel momento dell'uccisione. Le cellule dei cadaveri mantengono tali vibrazioni di emozioni negative per un certo periodo anche dopo la morte dell'organismo e trasmettono tali emozioni a chi se ne nutre.
I cereali in grani e i legumi sono abbastanza tollerati in piccole quantità, ma gli amidi della pasta e dei farinacei vengono accumulati negli spazi interstiziali e i latticini ostruiscono vene arterie e capillari o ogni “tubicino” del corpo. Dopo anni di alimentazione onnivora il corpo è ostruito pesantemente da grasso, muco, tossine, farmaci, parassiti. La disintossicazione consiste nel liberare il corpo da tali ostruzioni.
Nessuna meraviglia che sia più facile vincere al superenalotto che essere in buona salute.
Non mi stancherò mai di ripetere che per ottenere la buona salute dobbiamo togliere materia estranea al corpo, non aggiungerne altra. Aggiungere farmaci significa introdurre altre sostanze tossiche che aggravano la situazione anche se apparentemente la scomparsa di sintomi fa credere che si è guariti. E' solo apparenza di buona salute, non buona salute.
La verdura e la frutta contenevano tutti gli elementi necessari per il nutrimento del corpo e avevano qualità solventi e disintossicanti. Oggi i terreni, depauperati degli elementi nutritivi per le piante in seguito al loro intensivo sfruttamento, danno ortaggi e frutta scadenti e occorre ricorrere all'agricoltura biologica per avere qualcosa di meglio, ma occorrono ulteriori sforzi per ottenere prodotti di alta qualità, ovvero com'erano prima che l'avidità dell'uomo rovinasse tutto.
Ed è possibile che occorrano degli integratori a base di minerali e vitamine.
Questo è un breve articolo ma in sintesi descrive la corretta alimentazione e quella deleteria per la salute. La materia è approfondita in ogni dettaglio nel libro di Arnold Ehret “Il Sistema di Guarigione della Dieta Senza Muco”, un libro che consiglio ad ognuno di procurarsi la sua propria copia. Ci sono voluti più di 80 anni per avere l'edizione tradotta in italiano. E' stato un impegno che ho fatto mio a beneficio di tutti coloro che vogliono avvalersi della conoscenza in esso contenuta.
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