Diritti Animali

Parma, le messe di don Lorenzo Scaccaglia sono aperte a tutti, anche alle bestie. E il parroco rimprovera due donne impellicciate

In chiesa con il cane, il gatto e il cavallo

A messa con il cane e il gatto. O anche con la tartaruga d'acqua, il criceto e il coniglio nano.
25 gennaio 2006
Laura Eudati
Fonte: www.liberazione..it
24.01.06

sant'antonio abate Da una decina di anni le porte della chiesa di don Luciano Scaccaglia sono aperte a chiunque, anche agli animali. Tanto che il 17 gennaio il parroco della Comunità di Santa Cristina, Sant'Antonio Abate (protettore degli animali), Santa Maria Maddalena e San Pietro d'Alcantara di Parma ha concesso, come ogni anno, una benedizione speciale a tutte le bestiole presenti, tra le quali figuravano persino un cavallo e una capretta. Perché per don Luciano Scaccaglia uomini e animali pari sono. Durante la messa il parroco più famoso di Parma ha pronunciato una omelia decisamente animalista. E ha redarguito due signore che avevano avuto il cattivo gusto di presentarsi in pelliccia, nonostante il religioso avesse invitato più volte i parrocchiani e le parrocchiane a non indossare abiti ricavati dall'uccisione di animali. «Con quale coraggio vi presentate in chiesa in pelliccia? Non capite la sofferenza che patiscono gli animali allevati e uccisi solo per le loro pelli?».

Che don Luciano sia un personaggio particolare ( «e scomodo per la Curia») lo ammettono pure quelli dell'Enpa, Ente nazionale protezione animali, i primi a diffondere su scala nazionale le peculiarità del parroco parmense. Riferendosi alla condanna dal pulpito delle impellicciate, l'Enpa scrive: «E' l'ennesima esternazione di un parroco "scomodo", famoso a Parma per aver aperto le porte della sua chiesa a tutte le confessioni religiose, agli immigrati, a partiti politici di estrema sinistra e a tutti quelli che hanno bisogno di un tetto e una mano amica, senza chiedere nulla in cambio». Lella Gialdi, la responsabile Enpa della città emiliana, lo descrive come «un uomo che sta sempre sulle barricate». Come quando accolse un gruppo di migranti africani in chiesa, perché cacciati dalla cartiera in cui avevano trovato lavoro e che l'amministrazione voleva espellere. Dicono che la Curia lo tolleri e ormai lo accetti così com'è. D'altronde non c'è scelta: don Luciano Scaccaglia è un fine biblista e teologo, uomo di alte letture e profonda cultura. Mica un pretino.

Qualche anno fa chiamò nella sua chiesa Fausto Bertinotti. «Una chiesa», disse, «è il luogo degli esclusi e non dell'esclusione». Un invito, questo sì, che fece sobbalzare il vescovo di Parma dalla sedia. Non si fa politica in chiesa, lo avvertì. E così l'incontro avvenne nell'auditorium, con il titolo "Dialogo tra credenti e non credenti sulle grandi sfide dell'umanità". In quell'occasione don Luciano espresse solidarietà e ammirazione per l'operato gli altri sacerdoti "disobbedienti" don Vitaliano della Sala, don Andrea Gallo e padre Alex Zanotelli.

Le regole ecclesiastiche non escludono gli animali dalle chiese. Ma nel giorno di Sant'Antonio Abate la benedizione degli animali avviene all'aperto o comunque lontano da luoghi consacrati. D'altronde il catechismo della Chiesa dice chiaramente che «si possono amare gli animali, ma non si devono far oggetto dell'affetto che è dovuto alle persone».

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