Addio alle armi
Chiede l’adesione a questa iniziativa a tutti: dai movimenti animalisti, ambientalisti e pacifisti, ai movimenti cattolici per la vita, dal Papa, al Presidente della Repubblica, dai Partiti, agli uomini di cultura, alle donne e agli uomini che vogliono la pace.
L'Associazione Vegetariana Italiana è nata nel 1952 sotto il segno della nonviolenza.
Aldo Capitini ne è stato il fondatore e ha voluto dare a questa associazione un impulso che va ben oltre la scelta di non cibarsi di violenza e di sofferenza. Pochi conoscono la scelta vegetariana come parte di un disegno che vede nella nonviolenza la sua origine e il suo sviluppo. Noi vegetariani abbiamo una lunga storia di battaglie per i diritti civili, per l'ambiente e per il riconoscimento del diritto alla vita di chi ha avuto la sola colpa di nascere nonumano.
Fedeli alla tradizione della nonviolenza e del rispetto di tutti gli esseri viventi i membri del Comitato Medico Scientifico dell'Associazione Vegetariana Italiana si fanno promotori di un'iniziativa che vuole coinvolgere tutti i colleghi in una battaglia di civiltà, di amore e di rispetto.
Rivolgiamo questo appello a tutti i medici e proponiamo loro di farsi promotori e sottoscrivere la campagna Obiezione di coscienza al rilascio di certificati per il porto d'armi.
In una percentuale elevata di casi chi ha un'arma, la utilizza per scopi diversi da quello per cui la possiede. Molti utilizzano il fucile per uccidere gli altri animali in nome di uno sport chiamato caccia e a volte l'arma da difesa diventa arma di offesa rivolta verso il coniuge, il figlio, il parente, il vicino, scatenando tragedie orrende.
Da un punto di vista numerico, con riferimento ai dati del 2001 si è calcolato che si verifica un incidente mortale sul lavoro circa ogni 3.500.000 giornate lavorative e almeno un incidente mortale di caccia ogni 550.000 giornate di caccia. Dal rapporto fra tali cifre risulta che le morti per caccia sono il sei volte e mezzo in più rispetto a quelle sul lavoro.
Se ancora confrontiamo il dato sulla caccia rispetto agli incidenti d'auto, dove vi è un incidente mortale ogni 634.658 "giornate di guida", si vede che la caccia ha una frequenza del 15% in più di incidenti mortali.
Ogni giorno i giornali riportano notizie di omicidi e suicidi con armi regolarmente denunciate.
Tutti noi siamo consapevoli di quanto possa essere pericoloso avere un'arma e di come, in particolari momenti, i possessori possano essere indotti a utilizzarla in modo improprio. Chi la possiede per "difesa" molte volte la usa per offesa. Chi la usa per uno "sport" chiamato caccia e uccide ogni stagione poveri innocenti esseri viventi può usarla anche verso un presunto ladro o verso la moglie il vicino o chissà chi altro. Decine di migliaia di persone innocenti ogni anno muoiono in Europa e nel mondo per mano di uomini che, con il porto d'armi rilasciato da noi medici, hanno la licenza di uccidere.
La responsabilità che ha un medico quando rilascia questi certificati è evidente.
Per questo motivo vi chiediamo di farvi promotori di questa iniziativa che potrebbe sconvolgere il mercato delle armi e la cultura della violenza che è insita in chi possiede un'arma.
Dichiariamoci obiettori al rilascio del certificato per il porto d'armi.
È un gesto semplice, ma al tempo stesso potente: rifiutare il certificato di idoneità per il porto d'armi a tutti coloro che lo richiedono e che non lo necessitano per attività lavorative (come ad esempio polizia, guardie giurate, eccetera).
Chiediamo l'adesione a questa iniziativa a tutti: dai movimenti animalisti, ambientalisti e pacifisti, ai movimenti cattolici per la vita, dal Papa, al Presidente della Repubblica, dai Partiti, agli uomini di cultura, alle donne e agli uomini che vogliono la pace.
Forse da questo piccolo gesto, che ognuno di noi medici può e deve fare, può nascere qualcosa di più grande che dia veramente una svolta ai movimenti per la pace di qualunque colore essi siano.
Questo invito è rivolto soprattutto ai medici di famiglia, ma tutti i medici possono e devono aderire anche se non sono parte attiva nel rilascio del porto d'armi.
Primi firmatari: Riccardo Trespidi, Ciro Aurigemma, Luciana Baroni, Stefano Cagno, Gabriele Peroni, Leonardo Pinelli, Luciano Proietti
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