Un condono per gli zoo
Sono passati solo otto mesi dall'entrata in vigore, il 17 maggio 2005, del Decreto legislativo n.73 con il quale il governo italiano ha recepito la Direttiva 1999/22/CE sulla custodia degli animali selvatici nei giardini zoologici. Eppure il ministro dell'Ambiente Altero Matteoli ha rimesso mano alla normativa trasformandola in una vera e propria sanatoria per le inadempienze. A trarne beneficio saranno le strutture esistenti prima del decreto che però non sono riuscite ad adeguarsi a quanto previsto per il rilascio della licenza, e quelle entrate in funzione dopo senza le autorizzazioni necessarie. Prima tra tutte Zoomarine, lo zoo delfinario aperto lo scorso settembre a Torvaianica (Roma), secondo la denuncia della Lega Antivivisezione (Lav).
Fino ad oggi, i giardini zoologici già esistenti alla data di entrata in vigore del Dlgs avevano 180 giorni di tempo per provare, documenti alla mano, il rispetto delle nuove norme e ottenere così dal ministero dell'Ambiente la conferma o l'assegnazione delle licenze d'esercizio. Ora, invece, con il decreto ministeriale 18 gennaio 2006 approvato dal Consiglio dei Ministri, questo termine è stato depennato del tutto dal Dlgs. "Ciò significa che quelle strutture che non rispettano i parametri fissati dal decreto potranno continuare il loro esercizio senza avere alcuna scadenza per chiedere la licenza", spiega Giovanni Guadagna, responsabile nazionale zoo della Lav. "In questo modo si fornisce un salvacondotto a chi agisce nell'illegalità. E se da una parte i giardini zoologici esistenti potranno continuare a restare aperti senza adeguarsi, chi è intenzionato a costruire nuovi serragli a pagamento per animali potrà saltare tutta la trafila del rispetto delle norme e operare anche senza licenza".
Il riferimento è tutto per Zoomarine, uno di quei giardini zoologici che ha aperto i battenti dopo il decreto senza richiedere mai la licenza d'esercizio ma servendosi di un'autorizzazione per spettacoli, simile a quella dei circhi, rilasciata dal Ministero del Beni culturali. Nonostante i solleciti della Lav al Ministero dell'Ambiente, incaricato per legge della chiusura delle strutture non a norma, lo zoo non ha mai smesso di fare i propri spettacoli con delfini, otarie e pappagalli. E ora non dovrà neanche più preoccuparsi di mettersi in regola. Il bel regalo viene dalla seconda modifica del decreto 73/2005. Mentre fino ad oggi era considerato giardino zoologico "qualsiasi struttura pubblica o privata, avente carattere permanente e territorialmente stabile, aperta ed amministrata per il pubblico almeno sette giorni all'anno, che esponga e mantenga animali vivi di specie selvatiche, anche nate ed allevate in cattività", d'ora in poi nella definizione rientreranno solo le strutture con compiti di tutela della fauna selvatica e di conservazione della biodiversità, cioè quelle con leoni, scimmie, elefanti, giraffe, orsi o serpenti. Tutte le altre, non assimilabili per dimensione, finalità e numero di specie, saranno considerate mostre faunistiche, quindi soggette a un sistema di registrazione di gestione più semplice.
"Con questa modifica, non essendo ritenuta uno zoo nonostante lo sia di nome e di fatto, Zoomarine non avrà più bisogno di alcuna licenza ministeriale per esercitare", continua Guadagna. "La struttura ha infatti altre specie di animali rispetto a quelle ora previste dalla legge, cioè delfini, pochi pennipedi e pappagalli, e le sue finalità sono evidentemente spettacolari. Oltre a esonerare strutture di questo tipo dall'obbligo di mettersi in regola, i principi della conservazione della biodiversità e della tutela della fauna selvatica introdotti per definire uno zoo sono solo un alibi per continuare a mantenere in vita giardini zoologici e bioparchi che di fatto restano delle strutture dove gli animali sono privati della loro libertà e sacrificati in un ambiente a loro estraneo".
Tutto questo non stupisce se si considera che il Ministero ha apportato queste modifiche ascoltando il parere delle associazioni di categoria, le stesse che stabiliscono i programmi di difesa della biodiversità da condurre nelle strutture che ora possono essere definite zoo, conclude Guadagna. "Tra esse c'è la Uiza (Unione Italiana giardini Zoologici e Acquari) che a sua volta aderisce alla European association of Zoos and Aquaria (Eaza), di cui è membro la versione portoghese di Zoomarine".
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