Le scimmie non avranno il diritto al voto
La Spagna sarà il primo paese in Europa a garantire i “diritti fondamentali” per le grandi scimmie antropomorfe, come il gorilla, l’orangutan e lo scimpanzé. Anche questa iniziativa è stata immediatamente politicizzata a tal punto che la stampa conservatrice, come si legge su di un comunicato ansa, ha titolato: “I socialisti vogliono diritti umani per le scimmie”. Non parliamo della Chiesa che ha gridato allo scandalo, invitando il governo a non cadere nel ridicolo, accettando di dare ai primati ciò che non viene riconosciuto agli embrioni. Forse non si è ancora capito bene che il benessere animale è un problema affatto trasversale ai partiti e che la zoofilia non conosce favori di parte politica.
In questo caso la perplessità potrebbe essere dettata dal fatto che la normativa andrebbe a discriminare le specie animali. Dobbiamo guardare in faccia la realtà e smetterla di fare della filosofia di bassa lega, rischiando l’immobilizzazione legislativa. Le scimmie antropomorfe sono le nostre dirette progenitrici e, se qualcuno ha dubbi, lo invito a guardarsi un banale documentario sull’orangutan. L’espressione malinconica dei suoi occhi, i suoi movimenti, i suoi lineamenti ricordano in tutto e per tutto l’Homo sapiens sapiens, cioè noi. Sarà anche discriminante verso le altre specie animali, ma se l’uomo assomiglia maledettamente a uno scimpanzè, molto più che a una rana è comprensibile che rivolga maggiore attenzione verso la scimmia piuttosto che verso l’anfibio. Il Progetto internazionale Grande Scimmia prevede che i primati antropomorfi non siano maltrattati, messi in schiavitù, uccisi e condotti all’estinzione. Francamente non mi pare che si voglia eccedere permettendo loro di esercitare il diritto di voto.
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