Il comitato di bioetica: «È immorale tagliare code e orecchie al cane»
6.05.06
Jack Russel di tutta Italia tirate un sospiro di sollievo. Forse i vostri padroni la smetteranno una volta per tutte di trascinarvi dal veterinario appena svezzati per sottoporvi alla crudele amputazione del codino. La prospettiva di un futuro roseo è racchiusa in un documento votato ieri all’unanimità dal Comitato nazionale di bioetica che, alla fine del mandato (i saggi guidati da Francesco D’Agostino andranno a casa a giugno perché sarà il governo Prodi a fare nuove nomine), ha ritenuto indispensabile dire la sua su un argomento di primaria importanza per il Paese animale. È morale o no tagliare ai cani di razza coda e orecchie per motivi prettamente estetici? Il Cnb non ha avuto esitazioni. Laici e cattolici una volta tanto si sono trovati d’accordo nel rispondere all’unanimità che no, non è affatto morale e che tale pratica non è finalizzata all’interesse dell’animale per cui deve essere evitata e applicata solo quando ci siano problemi di salute che la rendano inesorabile. La mozione, se tenuta nel dovuto conto dai veterinari, finirebbe col salvare code e orecchie di circa 60 mila esemplari di razza italiani, l’1% della popolazione canina, compresi i meticci che per loro fortuna non sono però soggetti a questo rito. Festeggiano idealmente oltre ai Jack Russel tutti i Fido con pedigree considerati a rischio di sforbiciature: dai boxer agli alani, dai dobermann al corso al pitbull e simili. Non c’è nessuna ragione di «spuntarli», ma ormai gli umani si sono abituati a vederli menomati. Pasqualino Santori, veterinario, uno dei due estensori del documento assieme a Luisella Battaglia, ne spiega il significato: «Oltre ad affermare che caudoctomia e conchectomia non sono accettabili, abbiamo voluto lanciare un segnale a medici e padroni. Un invito a riflettere su iniziative che a volte vengono prese per abitudine, affrontate con superficialità. Bisogna alzare il livello dell’attenzione agli animali da compagnia. Averli in casa è una responsabilità». Lo stesso principio, insiste il Comitato, va applicato per la sterilizzazione. Pollice verso per quella «di massa», sì invece a decisioni ragionate. «Il nostro intervento è molto significativo, risolve un problema pratico - è entusiasta del lavoro compiuto Cinzia Caporale, vicepresidente del Comitato di bioetica, padrona di randagi raccolti sui marciapiedi romani -. Sento di aver agito come sindacalista degli animali. Abbiamo risolto un tema spinoso».
Tema che era stato segnalato, con richiesta di un giudizio, da Alberto Veronesi, presidente degli allevatori cinotecnici, egli stesso allevatore dei grossi Corsi, quelli che pesano 60 chili ed erano stati indicati come pericolosi morsicatori in una ordinanza dell’ex ministro Girolamo Sirchia. Veronesi in una lettera antepone al suo quesito una premessa: «La pratica della sterilizzazione è ben regolata da una legge perché invece chi taglia o fa tagliare coda e orecchie non ha certezze e, anche se nulla lo vieta, può andare incontro ad eventuali denunce?». Vengono citati alcuni testi di riferimento: una convenzione del Consiglio d’Europa per la protezione degli animali che bandisce caudoctomia e conchectomia è stata firmata, ma non ratificata, dall’Italia. Insomma, se a qualcuno saltasse lo schiribizzo di denunciare il responsabile di questa imposizione ai danni del fedele amico al guinzaglio potrebbe anche averla vinta.
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