L’esodo di cani, gatti, muli e galline: via abbandonati e sotto le bombe
È lecito parlare degli animali e del loro destino in Libano, dove la guerra provocata dagli Hezbollah, provoca morti, feriti e traumi che lasceranno la loro indelebile traccia? Si, è lecito perché questi “fratelli minori” hanno accompagnato l’uomo, offrendo la loro vita, nelle migliaia di conflitti bellici che l’Homo sapiens, ha generato. È proprio in quel territorio tormentato da guerre infinite, il Medio Oriente, che nasce il carro da guerra.
Nel secondo millennio avanti Cristo sul carro prendevano posto l’auriga e il combattente, munito di arco e lancia. Il traino era affidato al cavallo che lanciava questo panzer ante litteram, contro le fanterie nemiche. In quattromila anni di storia è impossibile fare una stima dei cavalli morti in guerra, mentre sappiamo che il cavallo è stato decisivo per la sorte di numerose battaglie.
Anche i cani hanno avuto spesso un ruolo di primo piano nell’assecondare la follia umana. Da quelli inglesi addestrati al soccorso dei feriti, ai watch dogs, i cani sentinella della prima guerra mondiale, fino ai war dogs, i veri cani da guerra odiosamente dotati di bombe che scoppiavano nelle trincee o sotto i veicoli bellici.
Ancora i muli: chiedete a un vecchio alpino cosa voleva dire il suo mulo, sui tratturi ghiacciati di una notte senza stelle. In questi giorni, i governi di Stati Uniti, Gran Bretagna e Canada non permettono alle persone evacuate dal Libano verso i propri Paesi d’origine di portare con sé i propri animali, la maggior parte dei quali sono stati condotti in una scuola.
L’Associazione “Beta”, che si è presa in carico la cura di questi animali, chiede un invio di mail di protesta alle autorità dei Paesi di cui sopra, affinché gli animali domestici degli sfollati possano raggiungere i propri familiari, e stanno cercando il modo di inviarli nei Paesi d’origine. Alcuni rifugi improvvisati per questi cani sono stati bombardati e gli animali muoiono fra terribili agonie. Una tragedia nella tragedia che colpisce vittime che non hanno neanche la colpa dei padri. Molti anni fa mi sono trovato a svegliarmi di soprassalto per un violento terremoto. Mentre sentivo le urla della gente, dopo il primo impulso di fuggire, mentre il pavimento ballava cercavo il mio cane.
L’ho trovato sotto un divano e l’ho portato fuori in braccio. Chi ha un cane, un gatto o un cavallo sa cosa vuole dire abbandonarlo al suo destino. Per questo, chi vuole può inviare un breve appello ai seguenti indirizzi: comments@whitehouse.gov e inoltre a BeirutACS@State.Gov e infine a sos@international.gc.ca , preferibilmente in inglese.
Oscar Grazioli
Fonte: www.libero.it
link: http://www.anmvi.it/anmvioggi/scheletro_articolo_liberoscar.php?codarticololiberoscar=208
26.07.06
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