Un bassotto la musa segreta di Picasso
27.08.06
Le immagini e il libro sono firmate da David Douglas Duncan, il fotografo americano che aveva libero accesso alla casa del pittore spagnolo dopo averlo incontrato per la prima volta nel 1956. Fu proprio Duncan, il 19 aprile 1957, a portare casualmente con sé nella villa «La Californie» il bassotto tedesco il cui nome significa «birbante». Fino a quel momento Lump era stato a casa con Duncan, ma quella visita cambiò tutto: il feeling con Picasso fu immediato, non volle più abbandonare la casa e durante quello stesso giorno il pittore lo ricambiò immortalandolo in uno studio per il quadro Las meninas, dipingendolo di color nero con le orecchie a punta. Fra il 17 agosto e il 30 dicembre del 1957 Picasso realizzò 44 di questi studi e in 15 di essi compare il bassotto tedesco. Le foto di Duncan raccontano il rapporto privilegiato fra Picasso e un bassotto che amava avere accanto e prendere in braccio, come invece non faceva con gli altri cani che vivevano nella villa sulla Costa Azzurra. Molto spesso il bassotto restava in silenzio, pressoché immobile, seduto in terra vicino al pittore intento a dipingere, mentre in alcune occasioni vi era un'interazione vivace, come quando il bassotto prese dalle mani di Picasso un coniglio disegnato sul cartone e lo portò in giardino masticandolo fino a distruggerlo. Lump restò a fianco di Picasso per sei anni ma nel 1963 una malattia lo obbligò prima a sottoporsi a consistenti cure veterinarie a Cannes e quindi a tornare in Germania - proprio grazie a Duncan - evitando così una sorte che sembrava segnata. Riuscito a sconfiggere il male che lo affliggeva - tipico di molti bassotti - il «birbante» non volle però più tornare nella casa di Picasso, morendo nel 1973 ad appena una settimana di distanza dal pittore.
Arrivato alla soglia dei 90 anni Duncan ha deciso di raccontare la storia di Lump e Picasso nel libro L’odissea di un bassotto - l'ultimo di nove volumi di fotografie dedicati al pittore - unendovi alcune confessioni sull'idea che si fece di un cane che «non era solamente un animale ma qualche cosa in più». Da sempre impegnato a difendere Picasso dalle critiche più feroci, anche in questo libro Duncan lo descrive come un uomo dai sentimenti umani molto intensi, a cui capitò di avere accanto un cane assai divertente.
Sociale.network