Zoo, acquari e circhi con animali
Spesso si considera lo zoo come un'istituzione che svolge il compito di educare il pubblico alla conoscenza della fauna selvatica. Ma conoscere, rispettare ed apprezzare i comportamenti degli animali selvatici diventa impossibile se essi sono soggetti alla prigionia e all'umiliazione di essere considerati degli oggetti di divertimento. Un documentario sulla vita degli animali selvatici nel loro habitat naturale è molto più educativo e veritiero. Per quanto concerne la pretesa degli zoo di preservare alcune specie di animali in via di estinzione facendoli riprodurre in cattività, i fatti dimostrano che gli animali, privati della selezione naturale, perdono la loro variabilità genetica con il conseguente indebolimento delle specie. Inoltre, i programmi di reintroduzione degli animali selvatici nel loro ambiente nativo spesso falliscono perché gli animali tenuti in cattività non posseggono più la capacità di adattamento e sopravvivenza. Gli animali vanno protetti nel loro ambiente naturale e non rinchiusi per sempre in un habitat artificiale. Numerosi etologi hanno studiato il comportamento di molte specie rinchiuse negli zoo e documentato un'ampia varietà di anomalie comportamentali, quali il camminare in circolo, lo scuotimento ripetitivo della testa, l'ondeggiamento del corpo, il leccarsi in modo insistente alcune parti del corpo fino all'automutilazione. Tutti questi comportamenti, esprimono un profondo stato di malessere e frustrazione.
Nei circhi, gli animali, oltre a essere prigionieri come negli zoo (spesso in condizioni ancora peggiori), sono costretti ad addestramenti crudeli e umilianti. Per un orso è naturale ballare o per delle foche giocare con un pallone? Per i grandi felini è naturale saltare attraverso un cerchio infuocato, considerato anche il terrore atavico degli animali per questo elemento? Obiettivamente, crediamo che NON sia naturale! Per stravolgere completamente l'istinto di un animale, è necessario ricorrere alla violenza. Per far alzare alternativamente le zampe a un orso si utilizzano piastre e pungoli elettrici (nel passato erano braci ardenti), per far "sorridere" un pony lo si punge ripetutamente sul muso con uno spillone. Liana Orfei, nota circense, spiega che "La iena non la domi mai perché non capisce. Puoi punirla cento volte e lei cento volte ti assale e continua ad assalirti perché non realizza che così facendo prende botte mentre, se sta buona, nessuno le fa niente." E ancora, la signora Orfei afferma che le foche "possono essere ammaestrate solo per fame e non si possono picchiare perché la loro pelle, essendo bagnata, è delicatissima. Ma con un po' di pesce ottieni quello che vuoi". Anche per insegnare alle tigri a salire sugli sgabelli, si usano la fame e le botte, continua la signora Orfei: "... poi ricomincia la storia con la carne finché la belva si rende conto che se va su riceve dieci-dodici pezzettini di carne, se va giù la picchiano, e allora va su".
Alcuni circhi come gli australiani "Flyng Fruit", i canadesi "Cirque du soleil", i francesi "Les Colporteurs", gli americani "Minimus", hanno scelto di non utilizzare più gli animali, valorizzando al meglio la bravura di giocolieri, trapezisti, clown, comici, mimi, contorsionisti. Il circo senza animali è la direzione da seguire, l'unica in sintonia con una società che si autodefinisce civile.
Cosa puoi fare tu:
- Non andare a visitare gli zoo, gli zoo safari, gli acquari, i delfinari e i circhi con animali, e invita tutti i tuoi conoscenti a fare altrettanto.
Approfondimenti:
http://www.agireora.org/circhi
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