La vita degli animali
Mediare tra la comunicazione di nozioni e valori etici e la realizzazione di un'opera letteraria che mantenga una struttura formale narrativa è un'operazione complessa che viene affrontata con successo solo dai maggiori autori. La vita degli animali di Coetzee si inserisce lungo questa strada, sviluppando un dibattito morale attraverso la pagina narrativa.
Si tratta della trasposizione in forma letteraria delle Tanner Lectures tenute nel 1997-1998 presso l'Università di Princeton dallo stesso autore. Coetzee immagina una scrittrice, Elizabeth Costello, impegnata in due conferenze all'Appleton College sul tema del maltrattamento degli animali, che diventano il tracciato principale di un lungo racconto.
Il dibattito aperto sullo sfruttamento degli animali e, soprattutto, sul loro uso alimentare è accesissimo, ma ha radici antiche; presumibilmente l'argomento è stato affrontato per la prima volta nel momento in cui l'uomo ha preso coscienza della sua somiglianza esistenziale con gli animali. I seguaci del gianismo, ad esempio, praticano un rispetto totale per ogni essere vivente sin dal VI secolo a.C., venerando in modo così assoluto l'esistenza animale da preoccuparsi non solo della sopravvivenza dei più minuscoli insetti ma addirittura degli esseri microscopici che abitano il nostro corpo, come virus e batteri, rifiutando tutt'oggi ogni medicina per non danneggiare la loro esistenza. Le domande che si pone Elizabeth, sulla base di concetti espressi nell'arco dei secoli da filosofi e teologi, sono: gli animali hanno diritti? che genere di anima possiedono? che diritto ha l'uomo di ucciderli per sfamarsi?
"Che razza di mondo è mai questo? Sembra essere la vera domanda posta da Coetzee" scrive Cecilia Bello su la talpa libri l'inserto settimanale de il manifesto. Che mondo sarà quello che permette la tortura, il massacro, lo sterminio di esseri viventi classificati come bestie e pertanto privati del diritto di avere un'anima, sentimenti, una sensibilità fisica e intellettuale simile alla nostra? Le parole di Elizabeth Costello servono a smuovere pregiudizi, a comprendere punti di vista differenti, a creare un dubbio, a stimolare un dibattito. Dibattito che, del resto, è già presente nel volume, attraverso la voce di quattro illustri esponenti del mondo accademico americano: Wendy Doniger, Mircea Eliade Distinguished Professor di Storia delle religioni all'Università di Chicago, Marjorie Garber, titolare della cattedra di inglese all'Università di Harvard, Peter Singer, docente di bioetica presso il Center for Human Values dell'Università di Princeton, Barbara Smuts, docente di psicologia e antropologia all'Università del Michigan. Quattro voci che sviluppano il ragionamento, approfondendo le tesi espresse da Coetzee o spostando il discorso in altre direzioni.
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