Bulgaria:gli orsi non ballano più
Un orso alla catena. Ed alcuni passi ordinati dal suo padrone. Una tradizione tanto antica quanto crudele che sta però andando scomparendo. Quella degli orsi ballerini in Bulgaria è una storia triste che sembrerebbe però a lieto fine.
I proprietari degli orsi vengono chiamati Mechkari. Sono di origine rom ed appartengono al gruppo “Romania” dei rom bulgari.
La vicenda degli orsi ballerini è antica. Comincia con gli antichi greci. E’ poi stata recuperata dai romani, appassionati di spettacoli nei quali protagonisti erano gli animali: tigri, elefanti, orsi. Si passa poi al circo itinerante del Medioevo e del Rinascimento, ‘antenato’ del circo moderno.
Gli spettacoli con gli orsi erano tipici di molti Paesi del mondo. Dall’India al Pakistan, dalla Turchia ai Paesi dell’Europa Orientale. In questi ultimi gli orsi ballerini sono arrivati con le migrazioni e l’espansione delle diverse tribù nomadi Rom.
Gli orsi imparano a ‘ballare’ grazie ad un addestramento estremamente crudele. Ancora piccoli sono costretti a camminare su una superficie di metallo rovente; il cucciolo salta dal dolore provocato dalle ustioni. Contemporaneamente vengono suonati degli strumenti musicali. Questa operazione viene ripetuta tantissime volte, fino a quando i piccoli, sentendo la musica, ‘ballano’ istintivamente per la paura del dolore insopportabile provocato del metallo rovente.
Agli orsi viene purtroppo inflitto un ulteriore supplizio: al naso dell’animale viene applicato un anello collegato ad un guinzaglio che provoca un dolore atroce se strattonato. E’ il metodo attraverso il quale il padrone dell’orso impone l’obbedienza. Spesso gli spettatori rimangono impressionati da come l’orso segua docilmente il proprio padrone. Neppure ci si immagina il supplizio al quale è sottoposto l’animale.
Negli ultimi anni ci sono stati diversi interventi pubblici in materia, avvenuti però solo in seguito alle forti pressioni di associazioni animaliste. Gli spettacoli degli orsi ballerini sono stati dichiarati illegali in molti Paesi. In Grecia ed in Turchia nel 1992, insieme ad una legge che bandisce sia gli spettacoli che la possibilità di tenere in cattività i plantigradi, è stata anche creata una struttura nella quale vengono portati gli animali confiscati ai loro proprietari.
Se in Occidente il concetto di protezione degli animali è sviluppato da tempo, nei Paesi dei Balcani la sensibilità sull’argomento è ancora sopraffatta dagli enormi problemi economici e sociali, che inevitabilmente relegano la questione all’ultimo posto dell’agenda politica.
In Bulgaria l’associazione austriaca “Four Paws” (con la partecipazione di Brigitte Bardot) ha iniziato una campagna contro lo sfruttamento degli orsi ballerini nel 1999. L’anno successivo è stato lanciato il progetto “Parco per gli orsi ballerini di Beliza”. A seguito di questa iniziativa presso il Ministero dell’Ambiente bulgaro è stato creata una banca dati sulla maggior parte degli orsi ballerini che vivono ancora con i loro proprietari. Ciascuno dei plantigradi è stato marcato con un microchip che ne permette la rapida identificazione ed individuazione.
“Il parco degli orsi ballerini” è un’area dichiarata parco naturale nella zona montagnosa della località di Beliza, situata nella montagna di Rila, circa 180 chilometri a sud di Sofia e a 1200 metri di altitudine. Qui, con l’aiuto del Ministero dell’Agricoltura e delle Foreste, è stato messo a disposizione un territorio di circa 12 ettari per la realizzazione del progetto. Il parco è stato inaugurato ufficialmente nel novembre del 2000 con i primi tre orsi che hanno iniziato a girovagare, liberi, per i boschi. All’inizio del 2004 gli “abitanti” del parco erano solo 11 ma presto dovrebbero arrivarne altri 12.
E’ una libertà relativa, nel senso che dopo una vita in cattività difficilmente gli orsi ballerini riuscirebbero a sopravvivere senza l’aiuto dell’uomo in un ambiente naturale. Per questo ogni orso nel parco dispone di un suo territorio con una piccola piscina e degli alberi. Il cibo è composto da pane, miele, pesce e una varietà di frutta e verdura. Il costo mensile del mantenimento di un orso è 150-200 euro. Lo stipendio medio in Bulgaria è di circa 150 euro. Il personale del parco è composto da due persone, impiegate a tempo pieno. La zona di Beliza è molto povera, la popolazione è di maggioranza musulmana e vive in una situazione critica di isolamento. La gente del Paese, scherzando sul parco, afferma che la cosa più vantaggiosa da fare a Beliza è trasformarsi in un orso.
Ai proprietari degli orsi, a titolo di indennizzo, viene pagata la somma di circa 5.000 euro. Si spera siano sufficienti a garantire loro un passaggio graduale ad un’altra occupazione. I Mechkari dovranno infatti abbandonare l’attività che portavano avanti da secoli. Non sarà facile. Nonostante infatti la miriade di programmi e progetti relativi all’integrazione della comunità rom in Bulgaria i risultati sono ancora scarsi. Ed i duri anni della transizione non hanno favorito il superamento dei molti pregiudizi dei quali sono vittima.
Un vecchio rom con il suo orso. Un violino e qualche spicciolo chiesto in cambio di una fotografia. Un’immagine dei Balcani, un’immagine oramai destinata alla memoria storica.
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