Incantatori di serpenti a rischio, in estinzione un'icona dell'India
vieta l'uso di animali per profitto. "Ci trattano come seviziatori e non è
giusto".
23.06.04
Gli incantatori di serpenti indiani campeggiano su gran parte delle copertine delle guide turistiche per l'India. Con i loro turbanti di stoffa e il piffero che fa danzare un king cobra sono parte dell'immagine fiabesca di questo grande paese.
Eppure pochi sanno che quest'icona è in via di estinzione forzata, poiché non è più permesso possedere privatamente serpenti o animali considerati esotici. Da molti anni una legge vieta l'utilizzo di animali a fini di profitto, specialmente se per questo subiscono dei maltrattamenti. Ma il governo indiano ha cominciato solo ora ad applicarla sistematicamente e a perseguire gli
incantatori, accusandoli di provocare ai rettili malattie e menomazioni e quindi di violare proprio il reato previsto dalla legge di protezione ambientale del 1972. A nulla sono valsi i cortei e i pellegrinaggi dei Pungi, come si chiamano gli ammaestratori in hindi, fino al tempio del dio protettore della categoria e del Naja Hannah, il Re dei serpenti Naga. "Abbiamo fatto danzare i nostri serpenti davanti a telecamere tv e a capi di Stato - ha gridato un incantatore durante una manifestazione di protesta a Delhi - e siamo stati chiamati in emergenza quando un gruppo di hindu minacciò di gettare serpenti velenosi durate una partita di cricket contro il Pakistan. Ma ora ci trattano come seviziatori di animali. Non è giusto".
Molti professionisti, e anche i saddhu erranti che vivono di elemosine, hanno paura di incappare in qualche poliziotto che può sequestrargli il prezioso strumento di lavoro. Un king cobra costa infatti fino a diecimila rupie, spesso il guadagno di un intero anno. E' un duro colpo al futuro dell'arte dell'incantamento trasmessa per millenni di padre in figlio o di maestro in discepolo, sebbene la tecnica non sia altro che la conoscenza di una particolare reazione del serpente al movimento di un oggetto (viene usato il flauto, ma potrebbe essere un'asticella) di fronte alle
sue membrane laterali che percepiscono solo il movimento, essendo il king cobra perfettamente sordo. Per evitare pericoli anche al pubblico - spiegano gli animalisti - i suonatori di flauto lacerano però le membrane del veleno, e incollano dell'isolante sul dente acuminato.
Ma il razionalismo scientifico degli amanti degli animali, che cercano con queste informazioni di smitizzare l'alone romantico del pifferaio magico, non ha molta presa in un paese dove immagini di incantatori sono state trovate in antichissimi templi hindu e sono diventate nei millenni inscindibili dal culto del serpente simbolo di potere, virilità, protettore di luoghi sacri e della
dimora del dio Vishnu, l'elargitore di vita, accompagnatori del dio Shiva, il distruttore del superfluo. "Il problema - incalzano i promotori della contestata campagna antipifferai - è che le offerte di burro e latte presentate nei templi per tradizione ai poveri serpenti trasportati lì dagli incantatori, provocano agli animali malattie alle vie respiratorie, e secondo uno studio del Fondo Mondiale settantamila esemplari muoiono ogni anno per allergie al latte, polmonite, infezioni alle
vie respiratorie e stitichezza". La controproposta degli esperti naturalisti è quella di dare lavoro agli incantatori per le loro conoscenze pratiche dei serpenti e degli antidoti al loro morso a fini scientifici e sanitari, oppure utilizzarli come musicisti in band di flauti. Ma solo una parte degli interessati sarebbe disposta a cambiare lavoro. "Noi siamo inscindibili dai nostri serpenti - ha detto un manifestante - è sempre stato così dalla notte dei tempi e non lo cambierà un governo
destinato a passare."
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