La legge sul benessere è cosa fatta
8.07.04
Il tormentato iter della legge sul benessere animale sta per andare in porto. Da molti anni si era in attesa dell’approvazione di un provvedimento legislativo organico a tutela degli animali, in qualità di esseri senzienti e portatori di diritti individuali. Il termine di prescrizione del reato penale di maltrattamento è troppo breve, per quelli che sono i nostri tempi processuali e spesso, dopo la pronuncia del decreto penale di condanna, segue l’opposizione allo stesso da parte dell’imputato ed il giudizio ordinario, i tempi del quale vanno al di là del termine triennale di prescrizione del reato. In termini semplici, finisce tutto a tarallucci e vino perché si va avanti lustri prima di una sentenza.Da un primo testo approvato alla Camera nel 2003 si è passati, a seguito dell’esame al Senato, ad un diverso dettato al quale sono stati apportati cambiamenti peggiorativi. Il testo approvato dal Senato è stato ulteriormente modificato nell’aprile 2004, in senso peggiorativo per la tutela degli animali, dalla Camera dei Deputati. Il testo deve ritornare al Senato e si prevede il peggio.
Le vecchie norme
E’ dato per scontato che le norme vigenti in tema di animali da caccia, pesca nonchè quelle su allevamento, trasporto, mattazione, vivisezione, zoo e circhi non saranno toccate dalla nuova legislazione. Quando s’invocano norme chiare e severe sul maltrattamento si introducono dunque inopportune ambiguità, specie sulla tutela degli animali d’allevamento e su quelli selvatici. Così facendo si salvaguardia non solo l’uccisione ( già prevista ), ma addirittura il maltrattamento di tali animali. Un vero passo …da gambero ! In sostanza si tenta di tutelare solo gli animali d’affezione dando campo libero al “ malessere “ sugli altri.
Vengono poi preservate le solite manifestazioni artistico- culturali nel solito ripetto delle solite ridicole tradizioni ( palio, corsa degli asini, e compagnia bella ). Dulcis in fundo, invece di tutelare gli animali quali esseri senzienti si tenterà di tutelare il sentimento dell’uomo nei loro confronti, stravolgendo le numerose sentenze della Corte di Cassazione che hanno individuato il reato di maltrattamento verso l’animale e non verso l’uomo che guarda l’animale.
La Cassazione
“Ai fini della configurabilità del reato di cui all’art. 727 del Cp non è necessaria la sussistenza di una sofferenza fisica, ma è sufficiente anche solo quella psichica, giacchè gli animali sono esseri viventi dotati di sensibilità. “ ( Cass. Sezione III, sentenza 26 novembre 1003-20 gennaio 2004 )”.
Cari politici, voi che vi apprestate a legiferare avete un’enorme responsabilità verso di loro. Loro una sensibilità ce l’hanno. E voi ?
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