In trentun anni passati dalla parte delle foche del Canada, ...
22.07.04
In trentun anni passati dalla parte delle foche del Canada, degli ermellini e dei visoni vittime dei pellicciai, degli elefanti e degli orsi prigionieri nei circhi, delle scimmie africane, dei cavalli, dei cani e di ogni essere vivente sprovvisto di parola, dice di aver capito soprattutto una cosa, Brigitte Bardot: «Le battaglie per difendere gli animali non si vincono mai completamente. Si può fare tanto e ottenere tantissimo, ma c’è sempre il rischio che arrivi il giorno in cui bisogna ricominciare tutto daccapo». E lei? Lei ricomincia. «Nessun dubbio o ripensamento - giura -, mai avuti». Era il 1973 quando decise di lasciare il cinema e di dedicarsi agli animali. Aveva appena girato «L’Histoire très bonne et très joyeuse de Colinot Trousse-Chemise»: la sua filmografia finisce lì.
Oggi Brigitte Bardot ha quasi settant’anni (li compirà il 28 settembre) e vive a St. Tropez. Non ha rimpianti «perché è mille volte meglio stare con gli animali che fare i clown davanti a una cinepresa», e non fa bilanci «perché non ho ancora finito di combattere». I suoi collaboratori, trenta persone impegnate nella fondazione che porta il nome dell’ex attrice, dicono che ha un’agenda fittissima. Lei accetta di parlare delle battaglie passate e di quelle future a patto che si parta dalle balene, il cui destino è in questi giorni nelle mani dei 57 Paesi della Iwc, la Commissione baleniera internazionale, riuniti a Sorrento. Oggi sarà votata la risoluzione finale, e accanto alle più importanti associazioni di ambientalisti che dall’inizio seguono i lavori c’è anche la «Fondazione Brigitte Bardot».
Lei è rimasta a St. Tropez, ma segue al telefono. «Il massacro delle balene - dice - è una delle più grandi vergogne dell’uomo. Le balene sono il simbolo della vita e si continua a ucciderle. Per soldi, ovviamente, soltanto per soldi. E non servono grandi strategie o chissà quali programmi per salvarle: basta smetterla con questo massacro. Ci vuole tanto a capirlo? Ci vuole tanto a capire che gli animali vanno salvati tutti, dal primo all’ultimo, perché tutti hanno il diritto alla vita? E tutti i Paesi dovranno prendere prima o poi quest’impegno».
Non lo prenderanno. Non tutti, almeno. Lo sa, vero?
«Certo che lo so. E so anche che dovrò ricominciare a lottare ancora tante volte. La battaglia sulle foche credevamo di averla vinta, tutti credevano che i massacri fossero finiti. E invece in Canada sono ricominciati. Che vittoria è stata la nostra, se ora le foche muoiono ancora?».
E’ delusa?
«Molto. La delusione va però messa in conto se si sceglie di vivere con l’obiettivo di difendere gli animali».
La battaglia contro le pellicce è andata anche peggio.
«Lì non ho nemmeno avuto l’illusione di vincere: ho perso e basta. Anche grazie a qualche mia ex collega».
Vogliamo dirlo a chi si riferisce?
«Sophia Loren. Continua a usare pellicce, a fare pubblicità alle pellicce. E le donne continuano a seguirla. Possibile che non si rendano conto di che cosa c’è dietro quel cappotto che indossano? Dovrebbero vedere la sofferenza degli animali, vedere come li tengono chiusi uno addosso all’altro in gabbie strettissime e come li uccidono con le scariche elettriche. Forse capirebbero».
Lei in 31 anni che cosa ha capito?
«Molte cose. Per esempio, ho capito che non abbiamo il diritto di mangiare carne: io non lo faccio e chiedo a tutti di non farlo. Gli italiani mangiano tanta carne e anche carne di cavallo, molto più che negli altri Paesi. Come è possibile? E come è possibile che si continui a consentire l’utilizzo degli animali nei circhi? Farne a meno sarebbe un atto di civiltà semplicissimo, eppure nessuno prende l’iniziativa».
Brigitte Bardot invece quali iniziative ha in programma?
«Ricominciare la battaglia per difendere le foche, e stavolta chiederò all’Onu di intervenire. E poi c’è da mobilitarsi per salvare le scimmie in Africa: quegli stessi Stati che appoggiano il Giappone nella caccia alle balene massacrano a casa loro le scimmie, e non c’è più molto tempo per salvarle».
Ma lei ci prova lo stesso.
«Sicuro. Ho detto che sono delusa, non che intendo mollare».
Sinceramente: si sente più delusa dalle sconfitte da animalista o dagli uomini che ha incontrato?
«Gli animali non mi hanno mai deluso».
E gli uomini?
«Gli uomini sono tutti stronzi».
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