Ai cani treni super vietati
29.07.04
C’è un’antica ballata inglese (ripresa da De Andrè) che narra di Geordie, l’uomo che, per necessità, ruba un cervo nella riserva del re.
Per quanto commossi dal pianto della donna che lo ama, giunta fino a Londra in sella al suo pony ad implorare pietà, a nulla possono “il cuore degli inglesi né lo scettro del re”. La legge non può cambiare. E così Geordie verrà impiccato, ma con un privilegio raro. Una corda d’oro.
Pochi giorni fa è accaduto che un cane, divenuto famoso per la sfortuna di essere stato abbandonato in una discarica e per il felice destino di avere trovato una nuova padroncina adottiva, è stato fatto scendere da un treno, perché il capotreno ha applicato in senso stretto il regolamento. I cani sugli Eurostar non devono viaggiare. Magari dagli Intercity in giù e in seconda classe se ne può parlare, ma guai a far salire un botolo peloso su di un raffinato Eurostar dove la gente che viaggia parla sottovoce, chi mangia sta attento al rumore delle forchette, chi ascolta musica lo fa rigorosamente in cuffia, chi fuma è un criminale, chi bestemmia per le due ore di ritardo è un avanzo di galera da ficcare nell’ultima bolgia dell’inferno e dove naturalmente è vietato abbaiare. E nessuna importanza ha che quel cane si chiami Tano, che sia diventato la mascotte della campagna contro gli abbandoni avviata dal Comune, dalla Provincia di Roma e dalla Regione Lazio. L’hanno trovato in una discarica. Oddio quanto puzzerà, quanto sporcherà, magari è anche capace, sotto quell’aria di cane da zuppa bonario,di mordere un bambino. E allora, alla stazione di Firenze, il viaggio di Tano e di chi l’accompagna verso la sua nuova casa milanese, è finito per ricominciare su un mezzo più “da cani”. Qualcuno si è commosso e ha protestato. Anche il capotreno forse non era contento di dover fare il suo mestiere applicando la legge fino in fondo, ma la legge non si può cambiare. Così Tano, come il ladro di cervi della ballata inglese, pur nella comprensione generale, è sceso un po’ intimorito dalle alte pedane dell’Eurostar, e, una volta a terra, ha cercato tra la folla anonima la sua agognata nuova padrona.
Peccato mancassero ancora 300 chilometri alla meta. Però anche a Tano, come a Geordie, hanno riservato un privilegio raro. Non l’hanno cacciato giù dal treno a calci nel sedere.
L’episodio di Tano, raccontato in Consiglio Comunale a Roma da Monica Cirinnà (e ripreso dall’ANSA) riapre l’atavico problema che assilla chi ha un animale domestico e vuole andare in ferie o comunque muoversi con lui. Da una parte le campagne contro il randagismo e quei criminali che abbandonano cani e gatti sul ciglio della strada, dall’altra mille paletti messi su autobus, tram, treni e aerei.
Povero Tano, ti è andata ancora bene. Pensa se rubavi un cervo nel parco del re. Ti impiccavano con lo spago, altro che corda d’oro
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