Adottiamo un cane per educare i nostri bambini
5.08.04
La e mail che mi invia Diana C. è talmente interessante da indurmi a proporla all’attenzione dei lettori. Ne riporto alcune frasi. “Ogni tanto vado a far passeggiare qualche cane prigioniero in un canile non lontano da casa. Mi piace e devo dire, molto egoisticamente, che è anche una buona occasione per fare ginnastica in compagnia e all’aperto (specie portando a spasso i cani di grossa taglia molto agitati!). Pensavo allora, a tutte le mamme e ai papà assillati dai loro bambini che vorrebbero un cane, ma che non possono permettersi di tenerlo a casa. A tutti farei una proposta, non nuova ma su cui si riflette ancora poco e che non è certo d’uso per noi italiani. Perché non provare a portare i bambini, invece che al solito giro al centro commerciale, in un rifugio per animali, adottando così un cane, andando a trovarlo quando possibile (tanto poi l’abitudine viene da sé), e portandolo un po’ a spasso?
L’animale si affeziona comunque a tutta la famiglia e sarebbe un modo per fare un regalo immenso ai bambini ed anche al cane. Basta davvero poco ed è una bella esperienza. Ognuno può chiedere al Comune quale è il canile più vicino. Certamente andare a trovare un cane di tanto in tanto non lo toglie definitivamente dalla gabbia e non ti riempie la vita come tenerlo a casa giorno e notte, ma sicuramente un modo per far sì che la vita di ogni animale sia meno grigia, e per consentire che i canili diventino dei luoghi aperti e non succeda più che, nel silenzio e nell’indifferenza, si trasformino in lager”.
Brava. La proposta non sarà una novità assoluta ma posso garantire, per esperienza e frequentazione di canili e ricoveri vari per animali, che questo è uno “sport” pochissimo praticato e pochissimo pubblicizzato, tanto che i ministeri competenti dovrebbero, a mio avviso, proporlo attraverso spot televisivi inviati durante la fascia protetta, quando li vedono tutti, bambini, genitori e nonni. Certo, vanno più di moda le adozioni a distanza. Una manciata di euro su un bollettino postale e si è adottato un cane o un gatto, magari distante mille chilometri. La coscienza è a posto fino a quando si scopre che magari il canile non è mai esistito e il gattile era in mano a gente di pochi scrupoli. Certo, ci sono volontari (onore al merito) che frequentano i canili portando a spasso qualche randagio e aiutando in modo ragguardevole chi li gestisce.
Quello di Diana è un atto di grande generosità nei confronti dei cani, è un gesto di rara sensibilità e soprattutto è un momento di straordinaria educazione nei confronti di bambini cui verrebbe negata la possibilità di crescere assieme ad un fratello peloso, con la coda e quattro zampe. Ce ne fossero di genitori come Diana. Siamo sempre più orgogliosi dei nostri lettori.
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