Scimmie di serie A e da laboratorio
26.08.04
Non amo più le manifestazioni di piazza. Forse ne ho fatto indigestione durante il vituperato Sessantotto. Non andrò a Torino dunque, dove un gruppo di animalisti ( di cui peraltro spesso non condivido le idee) darà luogo oggi ad un presidio per contestare il congresso mondiale dei primatologi che nella città piemontese è in corso. Tuttavia il gruppo animalista ( Agireora ) ha le sue ragioni. Strano che in un congresso si parli, attraverso un'autorità mondiale quale il Prof. Mitter Meier, delle 56 specie di scimmie in grande pericolo e delle 25 che corrono rischio immediato di estinzione, mentre nella relazione seguente si dibatte sul metodo migliore per catturare scimmie in natura, impacchettarle ben bene, spedirle in modo che non si facciano male fino ai laboratori di vivisezione. Hanno ragione loro stavolta. Come si fa a parlare per ore di lemuri, orangutan, gibboni e gorilla, di aree ad estremo rischio come il Madagascar, il Vietnam, la foresta brasiliana e poi relazionare sul benessere dei primati non umani nella ricerca biomedica? Come andare ad ascoltare la Butterfly e, fra un atto e l'altro, Luigi Nono ( con tutto il rispetto).
Scrivono gli animalisti nel loro comunicato stampa: « In Europa sono più di 9.000 ogni anno ( decine di migliaia in tutto il mondo) i primati trasportati nei vari laboratori, chiusi in piccolissime gabbie per decine di ore dentro le stive degli aerei. Non è raro che ne muoiano durante il viaggio, e tra cattura, viaggio, quarantena, adattamento, in certi casi solo uno su dieci sopravvive. Il giro d'affari di questo mercato di esseri viventi sensibili e innocenti è enorme, a cui si aggiunge tutto l'indotto di gabbie, oggetti per l'arricchimento dell'habitat - penoso alibi cui si aggrappa chi sfrutta e imprigiona questi animali - mangimi, strumenti vari, corsi per la manipolazione delle scimmie, ecc. » . Tre giorni fa sette scimmie sono morte all'Università di Davis ( California) perché, durante il week end l'impianto di termoventilazione è andato in tilt. In concreto sono morte bollite. Lì, come in altri mille laboratori del mondo, si sacrificano scimmie prelevate dalla foresta e si studia l'elisir di Dulcamara, il miracoloso vaccino che ci farà sopravvivere al flagello di Dio, quell'AIDS che doveva portarci tutti nella valle di Giosafat ( e invece ha portato l'agnello d'oro alle ditte farmaceutiche). Guardate questi poveri fratelli negli occhi pieni di terrore e se piangono è perché non capiscono come facciano a fidarsi se, allo stesso tavolo, si alterna chi li vuole salvare e chi gli vuole mettere un pietoso ramo di gomma nella gabbia, per scacciare la noia tra un esperimento e l'altro.
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