Un ragazzo su sei fa del male a cani e gatti
2.10.04
C’è chi si limita a tagliare la coda alle lucertole («tanto ricresce»). Chi passa il pomeriggio a mirare con la fionda ai piccioni. Ma le vittime preferite sono di solito i gatti: legati alle inferriate con un nodo scorsoio, infilzati con siringhe piene di alcol, addirittura presi a calci come un pallone. Violenze tra le risate degli amici. Torture che nascondono la mano di una ragazzino, spesso l’ansia di mostrarsi grande, forte, coraggioso. E che sono più diffuse di quanto si crede: secondo uno studio del Cnr, nella fascia d’età tra i 9 e i 18 anni un ragazzo su sei (il 16,7%) ha ammesso di aver compiuto atti del genere almeno una volta nella vita. Il questionario è stato distribuito in 12 scuole tra Roma e Firenze. Hanno risposto in 300. Non è una sorpresa ma i comportamenti violenti sono molto più frequenti tra i ragazzi (23,8%) rispetto alle ragazze (9,7%). L’età più a rischio è quella tra i 13 e i 14 anni. Gli episodi sono stati divisi in quattro livelli: dal meno grave (come infastidire un gatto, 40,4%), fino al più crudele (uccidere un mammifero o un uccello, 4,2%). Una volta su tre i ragazzi se la sono presa con il proprio animale.
Una volta su cinque la ragione di tanta violenza è il semplice divertimento.
Ed è proprio quest’ultimo aspetto a suonare come un campanello d’allarme. Spiega Frank Ascione, professore di psicologia dell’Università statunitense dello Utah: «I bambini e gli adolescenti crudeli verso le bestie hanno una maggiore probabilità, una su tre, di manifestare in età adulta comportamenti ripetutamente feroci e pericolosi». Una scuola di vita violenta. Ma è vero anche il contrario: «A volte - osserva Camilla Pagani dell’Istituto di scienze della cognizione del Cnr, che ha realizzato la ricerca commissionata dal Comune di Roma - gli atti brutali verso gli animali sono spia di un ambiente non sereno in famiglia. Bambini maltrattati sono a loro volta protagonisti attivi di maltrattamenti».
Proprio per questo secondo Monica Cirinnà, delegata per i diritti degli animali del comune di Roma, «è necessario analizzare ogni aspetto del rapporto bambino-animale che possa aiutare a prevenire e correggere comportamenti negativi». Anche perché, nonostante questi dati preoccupanti, nella maggior parte dei ragazzi batte un cuore animalista: il 90% degli intervistati è contrario all’uso delle pellicce e delle pelli, l’82% dice no alla caccia, il 77% all’uso delle bestie nei circhi mentre il 59% chiuderebbe gli zoo. Una contraddizione, forse. Oppure la conseguenza di un amaro e diffuso malinteso: il gatto o il cane che gira in casa è sì un essere vivente. Ma soprattutto un giocattolo.
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