«Troppo stress»
7.10.04
La vita da canguro star non faceva per lui. Era stato scelto per promuovere il marchio Invicta in tv. Invece non è riuscito a girare neppure una scena dello spot di cui avrebbe dovuto essere il protagonista: è morto sul set, ucciso dallo stress. Ma la «macchina» non si è fermata: il suo lavoro è stato portato a termine da un uomo travestito da marsupiale. Una storia triste quella del canguro star. Tenuta nascosta per settimane. Emersa solo dopo la denuncia di alcuni operatori dello staff che hanno curato la telepromozione. Racconta uno di loro: «Non riesco più a dormire, non riesco a cancellare lo sguardo che aveva quel piccolo canguro che corre come impazzito nel recinto in cui dovevamo fare le riprese. La temperatura superava i 38 gradi». E ancora: «Mezz’ora dopo il canguro è crollato al suolo. Proprio davanti ai miei piedi. Aveva la lingua penzoloni, la bava alla bocca. Lo hanno preso per le zampe e trasportato in una stanza al buio. Nel frattempo ho cercato disperatamente un veterinario. Ma tutto è stato vano. La mattina dopo, mentre eravamo sul set per le riprese, ci hanno detto che dovevamo trovare un’altra soluzione perché il canguro era morto».
La storia inizia ad agosto. L’azienda di articoli sportivi Invicta commissiona alla Sipra la realizzazione di uno spot da trasmettere sulle reti Rai. Budget: 30 mila euro. Location : un parco sulle colline del Piacentino, a Molfasso. Nel cast, su richiesta del cliente, è previsto un canguro che deve essere ripreso mentre corre in libertà. Per l’occasione viene realizzato un grosso recinto per evitare che l’animale possa fuggire. Inoltre è attrezzata una cantina al buio per ospitare il canguro durante la notte. Non è prevista la presenza di un veterinario sul set.
Manca solo il canguro. La Rai si rivolge a Nicola Melillo, un esperto che da anni collabora con le varie trasmissioni televisive. Spesa prevista per l’affitto del canguro: 2.300 euro al giorno. Durata dell’ingaggio: due-tre giorni. Ma dove reperire un canguro? Melillo non ha difficoltà a spiegarlo. «Per averlo mi sono rivolto al direttore del Parco delle Cornelle di Bergamo. Avuto l’ok l’ho sistemato in una cassa e l’ho trasferito sul set». Ma il suo racconto è a lieto fine: «Il pomeriggio successivo l’ho riportato al parco».
I conti non tornano. Tino Consoli, direttore veterinario della Asl di Bergamo denuncia: «Nessuno mi ha mai chiesto l’autorizzazione per spostare l’animale. E il canguro, inserito nella lista degli animali pericolosi, necessita sia di una nostra autorizzazione per il trasferimento che di un’altra rilasciata dal prefetto che confermi la sua destinazione in una struttura adeguata e autorizzata». La Forestale avvia un’inchiesta. «Da oltre un mese - spiega Gianni Rainieri, vicequestore aggiunto - cerchiamo invano di avere delle risposte da parte della Rai. Le indagini proseguono, anzi negli ultimi giorni hanno subito una significativa accelerazione in seguito a riscontri e verifiche incrociate». Si ipotizzano i reati di maltrattamento di animali, occultamento e smaltimento della carcassa senza rispettare le norme igienico-sanitarie, false dichiarazioni a organi di pubblica sicurezza. Quanto prima saranno ascoltati dirigenti e tecnici presenti sul set per girare lo spot. Nessun commento ufficiale dalla Invicta. Trapela solo fastidio e malumore: «La morte del canguro ha causato modifiche nel programma e ritardi nella realizzazione dello spot».
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