Manicaretti alla stricnina. La grande strage di animali.
14.10.04
Il fenomeno dei bocconi avvelenati italiani è tristemente famoso in tutta Europa. Il fatto di avere raggiunto fama e gloria nella preparazione e somministrazione di polpette venefiche mi è parso chiaro quando sono stato interpellato dai curatori di Absolutely Animals, un programma sugli animali dell'emittente britannica Channel 4. Stavano conducendo un'inchiesta, sollecitata da un cittadino inglese che possiede una casa in Umbria. Il suo cane più amato era morto dopo aver ingerito un manicaretto condito con la stricnina. Ricordo che gli inglesi (e non era un questione di lingua) non capivano letteralmente le cifre di cui parlavo. A decine di migliaia muoiono ogni anno cani, gatti, rapaci, volpi e altri animali, vittime di esche preparate con sapienti mix di sostanze letali. Come apprenderete, alcune di queste sostanze mortali possono essere acquistate tranquillamente nel reparto “giardinaggio” del supermarket di fianco a casa.
Se qualcuno dovesse pensare che il fenomeno dei bocconi avvelenati è una quisquilia rifletta su un solo dato. L’Ispettore Quercioli (che ringrazio per la cortesia), responsabile della Polizia Provinciale di Firenze, ha condotto un’indagine che ha dimostrato il passaggio di 72.000 fiale di cianuro dall’Austria all’Italia in due anni.
Un breve excursus storico servirà ai lettori per capire come si è sviluppata questa pratica incivile e criminale che condanna a morte migliaia di animali tra sofferenze atroci, spesso alla presenza di proprietari tanto disperati quanto impotenti di fronte a veleni che uccidono in pochi minuti, come è capitato ad un caro amico che passeggiava di sera, con la famiglia e il cane al guinzaglio, nel centro di Orosei.
Fino a metà degli anni 70 i bocconi avvelenati, come i lacci e le tagliole, erano consentiti dalle leggi sulla caccia per l’eliminazione dei cosiddetti “nocivi”, ovvero volpi, donnole, faine e rapaci che si credeva arrecassero danni a lepri e fagiani. Dal 1977 esche avvelenate e trappole sono vietate su tutto il territorio nazionale e nei primi anni 90 i “nocivi”, tranne la volpe, entrano tra le specie protette. Nelle riserve di caccia e nelle zone di ripopolamento (dove si immettono lepri e fagiani), nei boschi dove nascono i pregiati tartufi, si scatena il fenomeno dei bocconi avvelenati.
Dall’Austria e dal Trentino, attraverso le farmacie compiacenti, entrano in Italia cianuro e stricnina.
L’indagine della Polizia di Firenze individua un gruppo di persone che acquista, presso una farmacia di Trento 1,2 Kg di stricnina, con la quale si possono confezionare 50.000 bocconi letali. Da Villach, amena località austriaca, entrano in Italia le fiale di Cyonin. Contengono cianuro e ne arrivano a fiumi. Una farmacia di Siena distribuisce volantini che pubblicizzano l’uso del Cyonin per l’uccisione di volpi e lupi.
Solo in provincia di Firenze dal 2001 al 2003 muoiono avvelenati oltre 500 cani, oltre 300 gatti, un lupo, sette volpi e decine di altre specie.
Attenzione questi sono i morti accertati. Quelli che non si è potuto accertare sono altre migliaia, specialmente per quanto riguarda la fauna selvatica che termina la sua agonia nelle tane dei boschi. A questo punto gli enti preposti si rendono conto che il fenomeno è di una gravità inaudita.
Le esche avvelenate cominciano ad uccidere ai giardinetti pubblici, nei cortili dei condomini, dentro le abitazioni. Possono uccidere un bambino in pochi minuti. La polizia lavora sodo e in pochi anni, grazie anche a leggi regionali emanate da Umbria e Toscana, il cianuro esce dal mercato e la stricnina diventa quasi irreperibile.
Ma il fenomeno continua. Nuovi veleni, parimenti efficaci, entrano sul mercato e, molti di questi, si possono acquistare al supermarket assieme ai biscotti e allo zucchero.
Sociale.network