Con la Lega il partito di Fini spinge per una legge che dà mano libera ai cacciatori
19.10.04
Si preannuncia uno scontro nella maggioranza di governo - e con l'opposizione che minaccia barricate - intorno alla nuova paventata legge sulla caccia. Da un lato, le frange «filo-doppietta» di An (con a ruota un po' di agguerriti leghisti) spingono da ormai due anni per la liberalizzazione pressoché totale dell'attività venatoria, dall'altro il freddo distacco dei centristi e soprattutto le grandi perplessità di Forza Italia, Berlusconi in primis, spaventata da quella schiacciante maggioranza di italiani (circa l'80%) che ancora negli ultimi sondaggi si dice del tutto contraria ad ogni ipotesi di «caccia selvaggia». Diventa dunque interessante capire cosa accadrà domani in commissione Agricoltura della camera, dove giungerà il testo di modifica, relatore l'onorevole Onnis (An) della storica legge 157/1992 sulla tutela degli animali selvatici e la disciplina della caccia. Una legge che per oltre dieci anni ha dato regole e raffreddato gli animi, mantenendo a livelli accettabili il conflitto tra cacciatori e ambientalisti, ma che oggi rischia di essere umiliata all'insegna del motto «più animali da cacciare, più tempi per cacciare, più spazi in cui cacciare» (incluse aree protette e pubblico demanio). Il conflitto dunque riesplode, con il mondo ambientalista, in pieno subbuglio, che annuncia mobilitazioni capillari (anche in vista delle prossime regionali), quasi si fosse tornati agli incandescenti anni `70 e '80, ai presidi, alle manifestazioni, ai referendum persi per un pugno di voti. «Le modifiche proposte», fanno sapere dalla Lipu, associazione in prima fila nella battaglia contro caccia selvaggia, «sono uno schiaffo alla Direttiva Europea, ai dati scientifici ufficiali, agli accordi internazionali sulla tutela della natura. Ma anche un'offesa alla quasi totalità degli italiani che non vuole ritrovarsi circondata da fucili da caccia in ogni periodo dell'anno. Avremmo insomma una legge clamorosamente impopolare e che calpesta ogni regola giuridica e scientifica». In effetti, il testo redatto da Onnis presenta gravissime falle di tipo tecnico e giuridico che porteranno, qualora la nuova legge dovesse passare, ad una probabilissima bocciatura da parte europea. Ben dieci delle nuove specie di uccelli che la legge vuole rendere cacciabili sono infatti escluse dagli allegati della Direttiva europea (la 409/79/CEE) e dunque assolutamente non cacciabili. Inoltre, il desiderio di prolungare la caccia a tutto il mese di febbraio (ma si parla persino di agosto) è in pieno contrasto con i parametri della Commissione europea e soprattutto con i dati dell'Istituto nazionale della fauna selvatica, l'organo ufficialmente preposto alla materia, che non a caso An ha attaccato duramente nei giorni scorsi, trovandosi però di fronte ad una difesa a spada tratta, dello stesso Istituto, da parte della presidenza del consiglio. I tentativi di modificare quei parametri da parte del ministro Alemanno, nei mesi scorsi, sono stati tutti respinti dalla Commissione europea ed ora pare che An voglia procedere ugualmente, ignorando le bocciature europee. Ma la nuova legge propone persino la depenalizzazione dei maggiori reati venatori, il che in un paese ad altissimo tasso di bracconaggio come l'Italia suona clamorosamente beffardo. Inoltre, se incrociate con l'accordo sulla protezione degli uccelli sottoscritto la scorsa settimana a Bruxelles dalla federazione mondiale delle Lipu (Birdlife International) e la Federazione europea dei cacciatori (Face), le proposte di legge italiane risultano ancora più desuete. «In Europa - continua la Lipu - si sostiene il rispetto della direttiva e dei dati scientifici; in Italia si fa finta di nulla. Il parlamento dovrebbe affossare queste proposte e chiedere una corretta applicazione della legge esistente». Ma la rabbia oltrepassa i confini ambientalisti e tocca il mondo agricolo, estremamente critico sulle proposte di legge. Numerose, in proposito, le mail diffuse sul web da imprenditori agrituristici preoccupati di ritrovarsi i cacciatori in piena stagione di vacanze. Per arrivare persino alla dura opposizione di una grossa associazione venatoria, Arciccacia, che con il suo presidente Osvaldo Veneziano chiede di «marginalizzare le spinte estremistiche e corporative di una parte del mondo venatorio e parlamentare, per riprendere la strada di una caccia sostenibile e scientificamente corretta, piuttosto che quella di una barbarie venatoria». Riuscirà Berlusconi ad evitare i pallini di An e sbrogliare questa matassa?
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