Addio Cannella Hanno ucciso l'ultima orsa dei Pirenei
Lunedì primo novembre è un giorno che chi ama gli animali ricorderà a lungo e con profonda tristezza. Nel versante francese della valle di Aspe, nei Pirenei al confine con la Spagna, un gruppo di cacciatori ha suggellato un nuovo apogeo dell'umana imbecillità, uccidendo a fucilate l'ultimo esemplare di orso femmina dei Pirenei rimasta sulla faccia della Terra. Cannella, così la chiamavano quelli che le volevano bene, viveva da quindici anni scorrazzando nella maestà millenaria dei boschi e del massiccio pirenaico, una zona dove gli orsi sono ufficialmente protetti. Quando è morta, quando è stata ammazzata, aveva con sé il suo cucciolo di dieci mesi che è fuggito in preda al terrore. Secondo gli esperti il cucciolo, di cui non si conosce il sesso, ha pochissime probabilità di sopravvivere all'inverno.
L'Istituto patrimoniale dell'alto Béarn, che si occupa dell'area naturale nella provincia di Pau, tiene costantemente informate le associazioni dei cacciatori sui movimenti degli orsi, soprattutto dopo che nella zona il mese scorso un ignoto criminale della doppietta aveva ucciso Papillon, un orso maschio della stessa specie. Ma la precauzione non è stata presa neppure in considerazione dai sei esagitati del fucile di un villaggio collinare, Urdos, che hanno deciso di imbastire una "battuta di caccia" con i cani proprio nella zona dove si erano spostati Cannella e il cuccioletto. «L'animale è sbucato all'improvviso mordendo uno dei cani» si giustificano oggi i suoi assassini, contro cui il ministro dell'Ecologia francese Serge Lepeiltier ha ordinato l'apertura di un'inchiesta. La versione dei sei cacciatori infatti non convince neppure le associazioni di categoria, con gli esperti citati dai media francesi e spagnoli convinti che un'orsa, per di più con un orsetto al seguito, non avrebbe mai rischiato di avvicinare una presenza così numerosa e rumorosa come un gruppo di sei persone con cani. Sarebbero stati invece i cani, esortati dai cacciatori, a seguire per lungo tempo le tracce di mamma orsa, impossibilitata a fuggire per la presenza del cucciolo, che avrebbe reagito mordendo uno dei segugi che le erano stati mandati addosso.
Per gli ecologisti e gli animalisti locali la tragica perdita di questo splendido (e ultimo) esemplare di orsa autoctona è un «crimine contro la natura». «Non c'è nessuna giustificazione all'assassinio di Cannella - spiega sconvolto Eric Raffi, presidente dell'associazione Cyber Natura, uno dei gruppi ecologisti più attivi nel panorama francese. «Per uno come me, montanaro che vive da sempre in mezzo alla natura cercando di contrastare la furia dei cacciatori - racconta Raffi - non c'è nulla che possa scusare un tale gesto e il fatto che l'abbiano uccisa sapendo che si trovava nell'area conferma il disprezzo dei cacciatori verso la vita degli animali». Domani una manifestazione per Cannella riunirà centinaia di ecologisti a Parigi, ma per Raffi (che ci sarà) l'importante è che l'episodio diventi uno spartiaque da cui ripartire per fare in modo che nessuno tocchi più un orso, soprattutto in un parco che con 2mila cartelli sparsi nella valle annuncia una "landa degli orsi" con il miserabile numero di dieci esemplari.
Cannella viveva come se dovesse vivere i suoi naturali 30 anni, come se il mondo fosse stato anche suo. Usciva di notte, gli orsi l'hanno imparato per sfuggire all'uomo, ma poteva correre a 50 chilometri l'ora. Allevava i suoi cuccioli (rarissimi, per un'orsa) con una media di uno ogni tre anni e durante la stagione autunnale mangiava anche 40 chili di cibo al giorno trasformandone due in grasso per affrontare il letargo invernale. Si sbagliava, perché le foreste, i monti, il mondo non sono più degli orsi. E' morta come muoiono gli altri grandi predatori rimasti in questo pianeta, come nei Pirenei erano già state uccide l'orsa Claude (1984) e l'orsa Melba (nel 2001). Come muiono a centinaia i lupi, le linci, gli orsi. Cannella è morta come muiono gli animali. Schiacciati dalle città che prendono il posto dei boschi, travolti dal treno o da un'automobile. Pigiati nei furgoni che li portano verso il macello, verso le concerie, assassinati dai cacciatori. Così, per umano piacere.
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