Uccelli: «Europa, a rischio una specie su due»
8.11.04
Una specie su due minacciata dall’estinzione, 226 tipi di uccelli (il 43% di quelli presenti in Europa) a rischio declino e altri 45, che solo dieci anni fa godevano di buona salute, in netto calo. È allarme rosso per l’aquila del Bonelli, il capovaccaio, il falco sacro, l’albanella pallida e la gallina prataiola. E il bilancio peggiora per 8 delle 36 specie cacciabili in Italia. «Birds in Europe 2004», il secondo rapporto Lipu-Birdlife presentato lunedì sullo stato dei volatili nella regione europea, è la mappa di una crisi drammatica. L’indagine segue, a dieci anni di distanza, «Birds in Europe I», e analizza lo stato di conservazione di 524 specie in 52 Paesi europei. Tra le cause della crisi l’intensificazione dell’agricoltura, la distruzione delle aree steppiche dell’Europa meridionale e dell’Est. Ma anche l’inadeguatezza di tutela e gestione nelle zone di protezione speciale della «direttiva uccelli» Ue.
MEGLIO NELL'UE - «Limitando l’analisi ai 25 Paesi dell’Unione - commenta Marco Gustin, responsabile specie e ricerca Lipu-Birdlife Italia - la situazione appare più stabile rispetto ai 52 Paesi del Vecchio continente. Il 48% delle specie è minacciata o in declino, ma le popolazioni sono in tenue crescita. Grazie anche alla "direttiva uccelli", con una migliore regolamentazione della caccia, la protezione dei siti più importanti e l’avvio di progetti di conservazione».
In Italia il quadro non è confortante. Tra le 36 specie cacciabili, otto (mestolone, moretta, moriglione, pavoncella, combattente, beccaccino, fullino e beccaccia) sono in declino. Salgono a 21 su 36 le specie cacciabili da noi e in calo sul Vecchio continente. E delle sette cacciabili in deroga (tra cui cormorano, tortora dal collare orientale, fringuello e peppola), ben tre (passera oltremontana e mattugia, storno) hanno peggiorato il loro stato rispetto al 1994. «Ma da noi - accusa Gustin - si vuole addirittura introdurre una riforma della legge 157 che aumenta le specie cacciabili e i periodi di caccia». Un ulteriore allarme viene dal grave calo delle specie legate ad ambienti agricoli, prativi e steppici. A rischio nibbio reale, culbianco, gallina prataiola, strillozzo. E tra le specie minacciate spunta anche l’upupa, l’uccello dalla cresta rossiccia simbolo dalla Lipu.
C'È CHI MIGLIORA - Non tutto, fortunatamente, va male. Lo status di 14 specie è migliorato: fra di esse falco pellegrino, uccello delle tempeste, fistione turco, grifone, sula e oca facciabianca. «Tutto grazie alle misure europee: protezione di colonie di nidificazione e zone umide, bando del Ddt e dei pesticidi bioaccumulabili, repressione del bracconaggio». Allarme rientrato anche per gabbiano corso, marangone minore, pavoncella, mestolone e moretta. «Alla pavoncella la chiusura anticipata della caccia ha permesso di nidificare in molte aree dove veniva sterminata in primavera. Un esempio di come la "direttiva uccelli" del ’79, applicata con la legge 157/92, abbia migliorato la conservazione di molte specie in Italia».
Ma sarebbe pericoloso abbassare la guardia. Il declino europeo rientra in un quadro di crisi globale: nel mondo oltre il 10% degli uccelli è a rischio estinzione. E un quarto delle specie animali potrebbe scomparire dalla faccia della Terra nell’arco di pochi decenni, insieme a un terzo delle piante. Birds in Europe 2004 invia quindi «un segnale molto preoccupante. Occorre attivarsi subito», è l’avvertimento di Ariel Brunner, responsabile Iba e Rete Natura 2000.
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