Rapporto Fao sugli insetti commestibili
La FAO l'8 novembre scorso, ha presentato uno studio in cui si invita le popolazioni più povere a considerare gli insetti commestibili, come i bruchi e le larve, una importante fonte di proteine e un'alternativa nell'ambito degli sforzi tesi ad aumentare la sicurezza alimentare nei Paesi dell'Africa centrale.
Gli insetti, secondo questo studio, hanno una proporzione di proteine e grassi più alta di quella del manzo e del pesce, con un elevato valore energetico.Per ogni 100 grammi di bruchi essiccati, ci sono circa 53 grammi di proteine, circa il 15% di grasso ed il 17% di carboidrati. Il loro valore energetico è intorno alle 430 kilocalorie ogni 100 grammi. ''Gli insetti commestibili delle foreste sono una fonte importante di proteine e, a differenza di quelli delle terre agricole, sono privi di pesticidi,'' ha affermato Paul Vantomme, un esperto forestale dell'Organizzazione dell'Onu che si occupa della lotta alla fame nel mondo.Tra l'altro molti abitanti dell'Africa Centrale, utilizzano già questa importante riserva di cibo: circa l'85% dei partecipanti a un sondaggio nella Repubblica del Centro Africa consuma bruchi, il 70% nella Repubblica democratica del Congo ed il 91% in Botswana.
Edible insects, important source of protein in central Africa
L'AVI, condividendo le apprensioni della FAO rispetto al problema della fame nel mondo, ci tiene a far presente che non è cercando nuove fonti proteiche di origine animale che si può combattere la fame nel mondo, ma con la promozione di un migliore utilizzo delle risorse e un minore squilibrio nella distribuzione delle ricchezze. La quantità di alimenti attualmente disponibili potrebbero consentire a tutti gli abitanti del pianeta di assumere un numero sufficiente di calorie, proteine, e altri nutrienti necessari, senza dover ricorrere ad alimenti estremi, come suggerisce la FAO.
Se i vegetali venissero consumati direttamente e non utilizzati per l'alimentazione animale;
se nei paesi poveri e in quelli in via di sviluppo non fossero incentivate le produzioni di cereali destinate a essere esportate e utilizzate come mangime per l'allevamento intensivo del bestiame;
se il Nord del Mondo non utilizzasse tonnellate di carne
le produzioni attuali di cereali e legumi sarebbero sufficienti a sfamare l'intero pianeta e non esisterebbe il problema da una parte di denutrizione e dall'altra di sovra alimentazione, causa di molte malattie degenerative.
Infine un'alimentazione maggiormente vegetariana consentirebbe un rilevante risparmio idrico.
Dei 25.000.000 di km cubi d' acqua usati in agricoltura solo la minima parte serve alla produzione di alimenti per gli umani, dato che la maggior parte viene utilizzata per allevare gli animali destinati all' alimentazione umana.
Succede così che per produrre la stessa quantità di cibo un allevamento intensivo preveda un consumo di acqua 70 volte maggiore rispetto a quello necessario per le coltivazioni, visto che per ottenere una tonnellata di carne bovina occorrono 31.500 m. cubi d' acqua, mentre per produrre una tonnellata di cereali ne bastano 450 m. cubi.
Considerato che:
- nei soli U.S.A. ogni anno vengono impiegati 157.000.000 di tonnellate di cereali, legumi e ortaggi per ottenere soltanto 28.000.000 di tonnellate di carne;
- che con il grano usato ogni anno negli allevamenti degli Stati Uniti potrebbero essere sfamate 800.000.000 di persone;
- l'80% dei bambini denutriti vive nei paesi che impiegano gran parte delle loro produzioni agricole per produrre carne destinata ai paesi più ricchi;
- che per ottenere proteine animali occorre l' energia otto volte necessaria a creare la stessa quantità di proteine vegetali;
- per produrre un chilo di carne occorrono oltre 100.000 litri di acqua, mentre per produrre un chilo di soia basta impiegarne 2000.
Il risultato di questo meccanismo perverso, innescato da interessi particolari e tollerato o incentivato dalla maggior parte dei governi, non è causa soltanto dello stravolgimento dell'ambiente (deforestazioni, cambiamenti climatici), ma di fatto lascia un miliardo e mezzo di esseri umani sottonutriti senza accesso all'acqua e decine di milioni di loro muoiono ogni anno per fame.
Le insensate abitudini alimentari, sprecando risorse naturali e ambientali non rinnovabili, acqua compresa, sono violenza non solo nei confronti di animali costretti a una vita innaturale e a una morte crudele, ma verso l' umanità intera.
Per queste ragioni un numero sempre maggiore, di persone hanno preso coscienza che essere vegetariani è un passo necessario per iniziare ad agire in prima persona per una vita migliore per tutti.
Per questo motivo l'AVI si auspica che anche le organizzazioni preposte per la salvaguardia della salute inizino a promuovere uno stile di vita più sano, come quello vegetariano, per il singolo e più rispettoso per l'intero pianeta.
vegetariani: AVI rejects FAO's recent proposals regarding the alleviation of world hunger
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