«I cuccioli di Natale malati e senza cibo»
4.12.04
Li hanno trovati senza cibo, né acqua. Molti erano già morti. Uccelli tropicali, scoiattoli, tartarughe, grandi e piccole, importate in Italia e pronte a diventare strenne natalizie insolite per bambini o adulti che hanno già tutto, tranne, appunto, l’animale esotico da esibire in giardino o in salotto. Più di diecimila cuccioli che vivevano in condizioni critiche nei capannoni della Super Fish Italia, società di importazione di specie esotiche con sedi a Concorrezzo, nel Milanese, e a Carasco, nell’entroterra di Chiavari: ora sono finiti tutti sotto sequestro. E i medici lanciano l’allarme per la salute di chi ha già acquistato animali transitati per questi «zoo degli orrori»: il rischio di infezioni sarebbe elevato.
LE INDAGINI - Una scoperta drammatica, quella fatta dagli uomini della Guardia forestale e della Guardia di finanza nei due blitz coordinati dal pm Gabriella Dotto della Procura di Chiavari: centinaia di tartarughe seppellite sotto un palmo di terra, decine di altre già morte; scoiattoli ridotti a divorarsi tra loro per mancanza di cibo e acqua. E ancora: pappagalli preziosi costretti a vivere in piccole voliere, buie e senz’aria; tartarughine ammassate le une sulle altre, alla ricerca di un po’ d’acqua, nel chiuso di teche maleodoranti. Le indagini, partite sei mesi fa grazie anche alle segnalazioni dell’Enpa genovese, hanno messo in luce sistematici episodi di maltrattamento. «La puzza rendeva impossibile restare all’interno dei capannoni per più di dieci minuti» hanno raccontato gli agenti. Tutti gli esemplari vivi sono stati messi sotto sequestro e ieri mattina è cominciato il trasferimento nelle strutture del Wwf. Ma il rischio infezioni rimane. «La situazione era ad alto pericolo di contagio - spiega la veterinaria Alessandra Raffo -. Il sovraffollamento è terreno fertile per le malattie infettive». Per evitare i controlli dell’ufficio Cites, che con Finanza e Forestale porta avanti la battaglia per la tutela delle specie protette dalla Convenzione di Washington, il titolare della Super Fish aveva adottato le triangolazioni collaudate. Gli animali, acquistati nel Sud-Est asiatico, venivano fatti transitare da un Paese dell’Est europeo e poi dirottati alla Malpensa. Viaggi lunghi ed estenuanti, con una mortalità altissima: il 20% dei cuccioli arrivati nei capannoni non sopravviveva.
L’ALLARME SANITA’ - L’inchiesta non è ancora chiusa. La Guardia di finanza ha sequestrato computer, documentazione fiscale e doganale, fotocopie di assegni e titoli di credito: il materiale è ora all’esame degli esperti. E il titolare della Super Fish è stato denunciato per maltrattamento di animali. Adesso però gli inquirenti e, soprattutto, i responsabili delle Asl liguri e lombarde ritengono opportuno tenere alta la soglia di attenzione per la salute pubblica. Il pm di Chiavari estenderà le indagini ad altre regioni italiane, per appurare dove e, soprattutto, a chi siano stati venduti gli esemplari: «Dobbiamo scongiurare qualsiasi rischio di contagio per le persone». Gli accertamenti di laboratorio sugli animali sequestrati procedono senza sosta. «Non c’è tempo da perdere», sottolinea il magistrato. «Quello che si vuole stabilire - spiega Massimiliano Rocco dell’ufficio Traffic del Wwf - è se e quali soggetti siano eventualmente affetti da clamidia, un’infezione batterica che si trasmette all’uomo. Solo al termine di tutte le verifiche, potrà esserci il cessato allarme».
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