Quel circo di periferia
In banlieue Dieci anni di lavoro e un vero atelier interattivo: è la compagnia dei Nouveaux Nez di Ardèche
8.12.04
C'è ancora spazio per il circo sulla scena contemporanea? La compagnia dei Nouveaux Nez (gioco di parole tra «appena nati» e «nuovi nasi»), che ha già alle spalle più di dieci anni di lavoro e si è prodotta in tutta Europa, in Africa e in Asia, passando anche per la scena parigina dell'Olympia, ha trovato una risposta positiva, creando un ponte tra il circo dell'ottocento, con tutte le capacità artistiche e acrobatiche, e il XXI secolo, che non vuole più vedere animali feroci domati a forza di botte e un miserabilismo tragico che spesso accompagna questo tipo di rappresentazioni. In più, i Nouveaux Nez, che in questo periodo presentano la loro nuova rappresentazione sotto un tendone giallo e rosso in un quartiere popolare della cittadina di Antony nella banlieue parigina, sono riusciti anche ad interessare al circo-teatro un nuovo pubblico, quello della zona cosiddetta «sensibile» dove danno spettacolo, attraverso stages, incontri con il pubblico, un atelier circo e degli «aperitivi» che permettono di discutere con chi è interessato a questo tipo di spettacolo. Bisogna dire che in Francia il circo continua a coltivare la propria tradizione, esistono «scuole» rinomate. I Nouveaux Nez vengono dall'Ardèche e si sono formati al Centro nazionale delle arti del circo di Châlons-en-Champagne. Qui hanno incontrato un'altra compagnia, il circo Zanzibar, con cui hanno montato lo spettacolo attuale ad Antony (che poi girerà in tutta la Francia). L'estetica e i testi sono assolutamente contemporanei. Al centro dello spettacolo, tre clowns, attorno ai quali presentano i loro numeri dieci acrobati. Difatti, i Nouveaux Nez sanno fare tutte le acrobazie tipiche del vecchio circo: un immenso portatore vestito con una crinolina fa saltare in aria con il volto di mamma cattiva una donna piccolissima, come nelle favole crudeli. Un ciclista acrobata dall'aria stralunata fa i suoi numeri, un funambolo volteggia in aria attorno a un enorme lampadario a spirale. Tra una scena e l'altra, due attrici recitano la pulizia della pista, poi cantano e ballano. Il tutto attorno ai tre clown con il naso rosso, Madame Françoise con in testa una cuffia per la piscina, l'auguste e il clown bianco, con ruoli rovesciati, che raccontano storie tenere e suonano pezzi musicali. Dietro le gradinate dove siedono gli spettatori ci sono le vecchie gabbie dei leoni, si sentono ogni tanto, come un'eco triste, dei ruggiti, ma non ci sono animali nello spettacolo dei Nouveau Nez. La gabbia che alla fine dello spettacolo è montata al centro della scena si rivela avere le barriere molli, fatte di elastico, da cui i tredici clowns-acrobati si liberano in un batter d'occhio.
È stato il teatro Firmin Gémier di Antony, nato dalla decentralizzazione del `67 (e che porta il nome del fondatore del Teatro Nazionale Popolare), che ha deciso di aprire una «seconda sala» sotto forma di tendone nel quartiere popolare ed isolato Pajeaud di Antony. Un successo, visto che molti non sono riusciti a trovare posto.
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