Diritti Animali

Gli effetti dei botti di Capodanno

Cani senza tappi  

4 gennaio 2005
Massimo Gramellini
Fonte: www.lastampa.it
4.01.05

divieto di botti

Centinaia di cani vagano in questi giorni per le campagne italiane dopo aver divelto catene e scavalcato recinti nell'impulso di sfuggire i botti di Capodanno, il cui rumore provoca alle loro orecchie lo stesso effetto che un treppiede scagliato da un turista di Mantova ha su quelle umane, però centuplicato. Quando lo si fa notare ai tanti padri che ammaestrano la prole intorno alle ultime tecniche di lancio del petardo, quei rudi uomini d'azione tengono fieramente il punto oppure arrossiscono confusi: in entrambi i casi si dichiarano all'oscuro del risvolto animale della faccenda. Questa visione antropocentrica dell'esistenza non è mai un buon investimento per gli uomini: se in Asia avessero osservato con più umiltà le bestie che si allontanavano dalle coste in anticipo sul maremoto, oggi molti di loro sarebbero ancora vivi.

Si potrebbe liquidare il fenomeno come un complesso (scarsamente motivato) di superiorità, non fosse la spia di qualcosa di più vasto: l'irrigidimento dei punti di vista, che impedisce di calarsi nei panni dell'altro, animale o uomo che sia, per capirne le reazioni e adeguarvi le proprie. Persino sui giornali si tende a cercare l'opinione di chi sappiamo già pensarla come noi. E nelle discussioni da bar, che hanno sostituito quelle «da salotto» anche nei salotti, il modello sono gli ospiti della tv, che si preoccupano di sparare i propri botti rimanendo ostinatamente sordi a quelli altrui. Tanto ci sono i cani, e alcuni umani, a sorbirsi i botti di tutti.
 

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