Se per salvare due delfini 50 sub vi sembrano troppi
13.01.05
È diventato il simbolo della speranza in mezzo alla morte e alla distruzione. Il delfino Humpback. A chi si chiedeva se valesse la pena di impiegare risorse umane e danaro per salvargli la vita, ancora una volta la risposta è sicuramente e, senza alcun dubbio, “sì”. E’ accaduto altre volte che animali in difficoltà, sui quali erano puntate le telecamere del mondo, siano stati soccorsi con la cooperazione di paesi diversi. Accadde per due balenottere imprigionate nel ghiaccio. Venivano a galla a turno per respirare in un’angusta apertura e milioni di persone seguirono i rompighiacci americani e sovietici partiti in loro aiuto. Certo, si potrebbe speculare, ancora una volta, che centinaia di balene e delfini muoiono in condizioni naturali o proprio per mano dell’uomo. Già, ma esistono fatti che diventano simboli, azioni eroiche, tragiche, drammatiche, paradigmatiche per l’umanità intera.
Vedere morire un delfino, dopo giorni e giorni di agonia, senza che nessuno muova un dito per salvarlo va ben oltre la tragedia che si consuma. I bambini muoiono a migliaia ogni giorno in tutto il mondo eppure chi ha vissuto i giorni di Alfredino nel maledetto pozzo di Vermicino non può avere dimenticato la sofferenza provocata da quelle grida sempre più flebili che invocavano quello che tutti i bambini terrorizzati invocano: la mamma. A suo modo Alfredino era diventato un simbolo, una concretezza che entrava nelle nostre case, nei nostri cuori con la potenza della tragedia sulla quale è puntata la lente d’ingrandimento nel mondo intero.
Due delfini Humpback, una specie assai rara, erano stati proiettati dallo tsunami in un piccolo laghetto dove un uomo che cercava la moglie dispersa li ha avvistati agonizzanti. Cinquanta sommozzatori greci, impegnati nella ricerca di corpi umani, avevano tentato una prima azione di salvataggio. Nulla da fare. Altri tentativi di cattura fallivano giorno per giorno e ormai sembrava che il destino dell’Humpback fosse segnato, quando un gruppo di soldati e pescatori del posto ha trovato l’ingegnosa soluzione, una doppia rete. Un delfino, costretto in un angolo del laghetto, ha saltato la prima rete e i soccorritori gli hanno chiuso la seconda sul corpo a mo’ di barella trasportando il cetaceo su un camioncino fino al mare delle isole Andamane da dove veniva e dove se ne è tornato con un guizzo felice. Adesso si tenta con l’altro. Talvolta si ha bisogno di favole a lieto fine, anche nella devastazione e nella tragedia. Specialmente se queste favole sono vere.
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