L’ultima curva del baio Amoroso «Chi autorizza i maltrattamenti?»

Amoroso, castrone baio di 8 anni, è già morto quando un paio di volontari cercano di spostarlo da San Martino, di toglierlo dalla traiettoria pericolosa. La sua corsa è finita contro un bandierino di ferro, un urto violento che gli ha spezzato il collo. Una curva troppo stretta. I volontari della Misericordia smuovono il cavallo, poi arrivano gli altri per il terzo San Martino. Tartuca, Selva, Drago, Oca, Pantera, sfiorano il muso di Amoroso. La Piazza trattiene il fiato. Quando Trecciolino alza il nerbo e la Tartuca fa festa, mani pietose coprono il cavallo con un telo bianco, decine di vigili urbani creano un cordone per isolarlo. L’anno scorso, ad agosto, toccò a Big Big e Alghero: seguirono inchieste per maltrattamenti, denunce e procedimenti archiviati qualche mese fa. Otto anni fa, a luglio del 1996, Minoredda, cavallo della Chiocciola, morì allo stesso modo e allo stesso punto. Quel lutto spinse il Comune ad inventarsi altre forme per la sicurezza dei cavalli, come i materassi da Formula 1 a San Martino.
La contabilità dei cavalli morti in Piazza ora la tengono gli Animalisti italiani. Il presidente Walter Caporale «parla di quasi 50 cavalli morti dal 1970 a oggi. Il Palio di Siena si basa sul disinteresse delle sofferenze arrecate agli animali di cui sono responsabili organizzatori, fantini, giunta comunale e spettatori». «E’ arrivato il momento di vietare queste manifestazioni crudeli con strazio agli animali», afferma Ebe Dalle Fabbriche, presidente del Movimento Una che chiede al presidente della Regione Toscana se ha autorizzato il palio di Siena come previsto dalla nuova legge. Le due associazioni si riservano di presentare comunque denuncia per i maltrattamenti dei cavalli. Come la Lega anti vivisezione, che tuona: «Continua la mattanza al Palio di Siena, nessuna sicurezza è stata garantita ai cavalli. Quattro cavalli sono andati a sbattere e uno è stato lasciato a terra senza fermare la corsa per poi essere calpestato dagli altri». Indice puntato anche contro la televisione di Stato. «Si è mantenuto il comportamento servile dei cronisti della Rai che hanno rassicurato gli ascoltatori sul trattamento riservato ai cavalli dopo gli incidenti, pareva uno spot pubblicitario».
Un paio d’ore dopo la corsa il sindaco di Siena, Maurizio Cenni, ha commentato: «Siamo dispiaciuti per quanto accaduto ad Amoroso. Siamo vicini ai contradaioli e alla dirigenza del Bruco. Purtroppo riteniamo che l’incidente sia dovuto a una non corretta impostazione della traiettoria della curva. Infatti il cavallo non ha riportato nessuna lesione agli arti».

P. D. B.
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