A chi non piace il Parco della Val d'Agri?

Continuano le accese polemiche della lobby dei cacciatori, i quali si definiscono, in ogni occasione, “i veri difensori dell’ambiente” perché, a loro dire, lo praticano e lo conoscono.
30 aprile 2008
WWF Basilicata

parco Il WWF interviene in merito alle polemiche dei cacciatori, che si definiscono in ogni occasione “i veri difensori dell’ambiente” perché, a loro dire, lo praticano e lo conoscono, si mettano a strillare e a protestare non appena un’area di grande valenza ambientale qual è la Valle dell’Agri, viene finalmente riconosciuta, dopo 15 anni di dure battaglie, come Parco naturale nazionale. Lo status di Parco Nazionale, decretato il 5 marzo scorso dal Capo dello stato italiano - evidenzia il WWF Basilicata - fa acquisire a quest’area tutta una serie di vantaggi e privilegi che si ripercuotono positivamente sulle attività antropiche dell’area e sulla crescita diffusa dei cittadini che vi abitano.

Il Parco rappresenta non solo la protezione naturalistica dell’area, ma il valore aggiunto alle attività e ai prodotti della Valle, per cui il fagiolo di Sarconi, il canestrato di Moliterno, l’olio di Montemurro, il prosciutto di Marsicovetere, la patata ed il tartufo di Spinoso, nonché tutti gli altri prodotti tipici della Valle, riceveranno con il Parco una loro consacrazione e questa sarà una grande spinta alla loro valorizzazione e commercializzazione. Quindi è impensabile che una categoria di cittadini che pratica per proprio diletto un’attività sul territorio, voglia impedire a tutti i costi che si realizzi un progetto di civiltà e di benessere diffuso dei cittadini residenti nel Parco. A tale proposito, questa valle ha già dato molto in termini di sacrificio del proprio territorio ad altre attività impattanti ed inquinanti che vi si praticano, quali l’attività di ricerca ed estrazione del petrolio che ha portato alla drastica riduzione del perimetro del parco dimezzandolo, alla continua sottrazione delle acque del lago del Pertusillo e del Fiume Agri che alimentano l’irrigazione delle campagne materane e pugliesi e soddisfano la sete dei cittadini delle stesse aree, al pericolo che si possa costruire sullo splendido Lago del Pertusillo, in un’area altamente panoramica , un ponte di ferro che deturperebbe in modo definitivo il paesaggio del lago e l’ecosistema delle acque. E’ impensabile che il perimetro del Parco debba ridursi ancora di più per far posto all’attività venatoria; questa si può praticare nelle aree contigue appositamente definite e previste dalle leggi istitutive e dalle norme di salvaguardia del Parco ; inoltre vi è ancora tutto il territorio della Regione che per oltre il 70% è libero da vincoli di caccia.

La verità è che, dopo numerosi rinvii del decreto attuativo del Parco, dopo 15 anni di discussioni, tavole rotonde, convegni, workshop su “parco e petrolio”, molti erano convinti che il Parco della Val d’Agri non si sarebbe mai realizzato, per cui i nemici del progetto parco erano sicuri che questa istituzione, prevista dalla Legge n.394/1991 “Legge quadro sulle aree protette” e n.426/1998 “Nuovi interventi in campo ambientale” sarebbe rimasta sulla carta ad imperitura memoria dei cittadini. Ci sono stati 15 anni di informazione diffusa a tutti i livelli e a tutti i cittadini sui vincoli espressi dal Parco e sulle possibilità offerte al territorio da questa area protetta. Se è credibile che l’esercizio venatorio è vietato in tutto il perimetro del Parco, è anche vero che sono permesse le altre attività agro silvo pastorali, che è possibile, entro le poche norme vigenti, tagliare boschi, coltivare la terra, praticare un’agricoltura di qualità, costruire manufatti, svolgere la pastorizia, Ma innanzitutto il Parco incrementerà notevolmente le attività che già si svolgono in Val d’Agri, cioè la PAC, politica agricola comunitaria, l’agriturismo, il turismo rurale, l’escursionismo, la creazione di prodotti tipici; inoltre esso ci salvaguarderà dall’avanzata ulteriore delle attività petrolifere, assicurerà una buona qualità della vita attraverso la difesa del suolo, dell’aria dell’acqua, della biodiversità.

Tante, molte persone, preferiscono credere ad una cattiva informazione su questo argomento, propinata da aspiranti politici poco informati o in malafede, da sfruttatori del territorio montano e forestale, da gente che ha il solo scopo di far permanere nella Valle dell’Agri un diffuso permissivismo, spacciato per sviluppo economico ed indipendenza politica: questo non favorisce la crescita dell’area e pone il nostro territorio ai margini dello sviluppo sostenibile. Gli ambientalisti del WWF Basilicata , che hanno creduto e credono nel Parco- conclude la nota del WWF - come nel sistema più adatto alla crescita economica e culturale della Valle ed hanno contribuito perché esso si realizzasse, ribadiscono che l’istituzione del Parco della Val d’Agri, Lagonegrese ed Appennino lucano è l’ennesima possibilità che si offre ai suoi abitanti per salvaguardare e valorizzare le risorse del loro territorio. Le categorie che si ritengono danneggiate da questa pur minima perimetrazione del Parco, appoggiate da capi popolo e amministratori che stanno con un piede dentro ed uno fuori del parco , possono anche far ricorso al TAR ; in tal caso il WWF Italia interverrà presso il Tribunale Amministrativo per difendere il Progetto del Parco e con esso gli interessi della collettività e la qualità della vita del territorio della Valle

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