Il nucleare del Pdl Lucano

Tra i tanti governatori tifosi dell'atomo vediamo chi accetta il deposito nazionale di scorie radioattive. Il ministro per i rapporti con le Regioni, il pugliese Fitto, è stato in proposito chiaro.
7 giugno 2008
Movimento NoScorie Trisaia

fungo atomico La scelta del nucleare per il PdL è una scelta esclusivamente economica. Il ministro per i rapporti con le Regioni, il pugliese Fitto, è stato in proposito chiaro. Fitto vede l’Italia indietro di 30 anni sul nucleare. Mentre alcuni governatori delle Regioni, in modotrasversale, dalla Sicilia al Veneto, sono in parte favorevoli ed in parte sfavorevoli ad un ritorno al nucleare, nessuno(ribadiamo nessuno) dei governatori delle regioni favorevoli al nucleare ha candidato la propria regione per ospitare il deposito nazionale di scorie nucleari che rappresenta – a detta del ministro Scaiola- il primo passo da compiere per far ripartire le centrali nucleari in Italia.

Mentre il governatore lucano De Filippo ancora non si è espresso in merito, i consiglieri regionali della Basilicata, sollecitati da No Scorie Trisaia, restano assenti o su posizioni ambiguamente attendistiche sulla questione.

La lobby nucleare, prima delle centrali, vuole realizzare il deposito e soprattutto vuole i soldi per continuare ad investire nel settore. Nessun privato investirebbe in energia nucleare perché non è conveniente. Il voto dei parlamentari può quindi sbloccare fondi pubblici che nessuno investirebbe in un’energia costosa e pericolosa.
Nel frattempo la riduzione della bolletta elettrica con il nucleare resta solo pura pubblicità e uno “specchietto per le allodole”. Da quattro anni dalla mobilitazione pacifica contro il deposito nucleare a Scanzano Jonico, la classe politica lucana, con gli attuali parlamentari del PdL, non hanno fatto nulla per far liberare
il Centro della Trisaia dalle scorie americane. Mentre gli altri siti italiani si svuotano, Sogin ha stipulato contratti con gli USA per l’invio di scorie a bassa attività (vedi rapporti con Energy solutions).

Sogin ha inoltre intrapreso con l’istituto americano Batteille rapporti sulla ricerca nucleare, mentre le uniche scorie di Elk River presso la Trisaia non sono trattate nei rapporti americani, né dalla politica e né da Sogin. E’ grave inoltre che il Consiglio Regionale della Basilicata non abbia deliberato, così come hanno fatto i comuni del Metapontino e la Provincia di Matera, per chiedere la restituzione delle barre di Elk River ancora stoccate in condizioni precarie presso la Trisaia di Rotondella.Nessun parlamentare lucano ha chiesto la modifica della Legge Marzano, in vigore dal 2004 che prevede l’utilizzo provvisorio-definitivo dei siti esistenti. In pratica, in mancanza di un sito nazionale, è possibile utilizzare quelli esistenti.

Nessuno dei parlamentari Lucani si è opposto al segreto di stato sulle infrastrutture critiche in vigore dall’1 maggio 2008 che in maniera militare e antidemocratica può imporre con la forza centrali e siti di stoccaggio per rifiuti di ogni genere, anche radioattivi.Nessuna seduta del Consiglio Regionale ha riguardato il problema delle barre di Elk River e la creazione del parco dei Calanchi o l’auspicata riconversione del Centro della Trisaia in facoltà universitaria sulle energie rinnovabili. Nel frattempo la Basilicata è diventata “appetibile”per i grandi interessi strategici nazionali, come il petrolio, lo stoccaggio del gas in Valbasento, le discariche di rifiuti tossici, le centrali a biomasse (cdr) ed a turbogas.

Siamo ansiosi di conoscere, alla luce delle “ottimistiche” dichiarazioni del parlamentare del PdL Latronico alla Gazzetta del Mezzogiorno, se la scelta governativa nucleare secondo lui coinvolge o no la Basilicata. Aspettiamo di conoscere il suo pensiero sul Deposito Nazionale per le scorie radioattive e di sapere se sarà favorevole o contrario a ché il governo conceda soldi alla lobby nucleare per far ripartire il nucleare in Italia e all’estero. Un dibattito questo che nella vicina Puglia è già molto vivace e animato e che invece in Basilicata sembra non interessare in modo serio alcun consigliere regionale o parlamentare lucano, nonostante i rappresentanti della Regione Basilicata siano stati chiamati a coordinare la speciale Commissione che dovrà decidere in merito alla scelta dei siti che non è dato sapere cosa sin ora ha prodotto. Anche sui lavori di questa Commissione è stato apposto il segreto di Stato?

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