Il Parco dei Calanchi e gli interessi delle Multinazionali dei rifiuti

Il parco dei Calanchi creerebbe ulteriori aspettative che tradotte in attività economiche fermerebbero l’esodo e l’emigrazione dei centri collinari interessati
27 luglio 2008
Movimento NoScorie Trisaia

parchi Le buone intenzioni dell’assessore Santochirico vanno certamente premiate, come quelle di creare una riserva naturalistica nei calanchi di Montalbano Jonico, ma non possono diventare l’escabotage o la barba finta facendola passare per il parco dei calanchi chiesto da anni dai cittadini, associazioni e movimenti. Il parco dei Calanchi non può assolutamente essere individuato solo ed esclusivamente nella riserva naturalistica di Montalbano Jonico.

Il parco che vogliamo interesserebbe ben 6 comuni, parliamo di Montalbano, Craco, Pisticci, Ferrandina, Stigliano, Aliano, senza rifiutarne altri che ne farebbero richiesta. Certo una riserva può essere un primo passo, ma non può scongiurare gli interessi internazionali della lobby nucleare prima e quella dei rifiuti dopo in un’area che merita ben altro sviluppo per il bene delle comunità.

Sullo sviluppo di questa area della Basilicata. il parco dei Calanchi creerebbe ulteriori aspettative che tradotte in attività economiche fermerebbero l’esodo e l’emigrazione dei centri collinari interessati, parliamo di turismo, agricoltura di qualità, artigianato e nuove tecnologie che sfruttano le argille nei settori del risparmio energetico.

Dobbiamo invece registrare i movimenti di chi rema contro il parco, eclatanti quelle della lobby nucleare che dagli anni 70 ad oggi non ha mai smesso di guardare alle argille come luogo ideale per stoccarvi le scorie.Ricordiamo a tal proposito il progetto di trasformare Trisaia in una centrale nucleare e i Calanchi in deposito nazionale di scorie radioattive, A quei tempi furono le manifestazioni antinucleari su Trisaia e quelle dei coraggiosi cittadini di Stigliano che si opposero fermamente riuscendo a bloccare l’infausto progetto.

Per finire ai giorni nostri con lo smaltimento di fusti radioattivi(attualmente non trovati) e il deposito nazionale di scorie ipotizzato mediaticamente dalla stampa nazionale Ma non finisce qui, anche i calanchi sono sotto gli occhi delle sociètà petrolifere che vorrebbero estrarre tutto quello che trovano nel sottosuolo. Ci sarebbe poi il megastoccaggio di gas da realizzare nelle zone limitrofe alla Valbasento, non abbiamo dimenticato il blitz di ferragosto del 2007 per fa passare indisturbato il progetto con un Via estivo.

Per giungere infine alle discariche di rifiuti tossici, a parte quelle clandestine che in un parco sorvegliato non sarebbero più realizzate, le esistenti a Pisticci e Tecnoparco, ve ne sono altre in progetto. Parliamo della discarica di contrada Venita a Ferrandina.Una megadiscarica dove trasportare tutte le schifezze prodotte da qualsiasi parte d’italia(la Basilicata, in effetti, non produce grosse quantità di rifiuti tossici e nocivi). Sul progetto discarica in contrada Venita iniziano a comparire azionisti di livello internazionale come la Veolia. Per i profani Veolia è una multinazionale francese che gestisce i rifiuti e l’acqua.

La Veolia molto probabilmente controllerà con delle sue società collegate le attività dei rifiuti su Napoli dopo l'emergenza, è partecipata nella gestione del termovalorizzatore di Potenza, e partecipa al progetto di un inceneritore da realizzare sempre in Val Basento(Bradano Energia).La comparsa di multinazionali di rifiuti nei calanchi potrebbero trasformare il territorio in un’enorme pattumiera ai danni della salute delle popolazioni e facendo fuggire i pochi rimasti La Regione Basilicata e anche la Provincia di Matera in proposito con i suoi assessorati all’ambiente è molto responsabile di tutte le autorizzazioni e i pareri positivi che rilascia sul territorio anche all’insaputa dei cittadini, ma soprattutto perché non concede ulteriori possibilità di sviluppo economico con il Parco dei Calanchi.

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