Monitoraggi Arpab: la OLA ritorna sulla questione

Le recenti sortite mediatiche poste in atto dal Presidente dell’Arpab, Sigillito - e dai suoi strettissimi collaboratori - ci spingono a delle considerazioni di rito, seppur con estremo ritardo in una logica del botta e risposta.
22 ottobre 2008
OLA | Organizzazione Lucana Ambientalista

emissioni nell'aria Le recenti sortite mediatiche poste in atto dal Presidente dell’Arpab, Sigillito - e dai suoi strettissimi collaboratori - ci spingono a delle considerazioni di rito, seppur con estremo ritardo in una logica del botta e risposta. Sorprendenti sono le prese di posizione di noti editorialisti regionali che ritraggono la rete di monitoraggio lucana, addirittura completa e all’avanguardia, con rilevamenti di ogni sorta, anche dove i dati non esistono (è l’esempio delle emissioni di Idrogeno solforato nei pressi del Centro Oli di Viggiano). Per non parlare poi del surplus di centraline installate: 11 a fronte di 3 previste dalla legge.

Questo - vista la nostra propensione all’allarmismo e ad attacchi poco coscienziosi - potrebbe indurci ad affermare che l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale agisce fuorilegge. Invece, preferiamo parlare del fatto che in Basilicata “non ci sono dati preoccupanti. L’aria è perfetta, i fattori sono bel al di sotto dei limiti consentiti alla legge”. Appunto, la legge. L’articolo 23 del Decreto Ministeriale n. 60 del 2 Aprile 2002 ci dice che “Le regioni provvedono affinché il pubblico e le categorie interessate siano informati, ai sensi dell'articolo 11 del Decreto Legislativo n. 351 del 4 Agosto 1999, sui livelli di materiale particolato nell'aria ambiente e affinché tali informazioni siano aggiornate con frequenza giornaliera”. Come mai sul portale ufficiale dell’Arpab i dati vengono pubblicati sistematicamente in ritardo? Così come in ritardo sono gli interventi delle Autorità individuate dalla Regione, anzi inesistenti. Anche qui si apre un’enorme falla, forse di dimensioni pari a quella apertasi nei rapporti tra Arpab ed Enti preposti ad adottare misure di tutela della popolazione in caso di superamento dei limiti di Polveri Sottili. Infatti, i Comuni non hanno mai intrapreso misure cautelative. E’ vero che l’Arpab non si occupa di salute, ma qui due sono le cose: o i dati non vengono trasmessi ai Comuni o se trasmessi i Comuni continuano a rispondere picche. C’è da dire, però, che la logica dei Ponzio Pilato, in seno ad un tema importante come quello dell’informazione e della tutela della salute dei cittadini, dovrebbe essere messa da parte. Se poi, il diritto dei cittadini di sapere deve continuare ad essere soddisfatto con articoli costruiti ad arte sugli organi d’informazione regionale, anche i buoni presupposti collaborativi accennati dal dottor Sigillito vengono meno e le nostre interpretazioni a ruota libera continueranno sui livelli finora proposti, ossia per mezzo di un semplice commento mensile dei dati raccolti, senza la pretesa di sostituirci alle analisi scientifiche studiate dall’Arpab.

L’”enorme sforzo” fatto dai nostri amministratori, al fine di realizzare una rete di monitoraggio completa ed efficiente, in un numero maggiorato di centraline fa riferimento ad una norma palesemente sbagliata perché non si può monitorare l’aria di Potenza ed assicurare che quella di Matera è buona. Anche le altre Arpa regionali conducono il monitoraggio con più centraline di quante ne prevede la legge. E’ una questione di buon senso. Il “melius abundare” non è, nel nostro caso, garanzia di ottimo e costante monitoraggio, anzi sembra un esercizio da latinisti contornato di giustificazioni. Da quanto pubblicato e sottoscritto a mo’ di “contratto con gli italiani” sul Quotidiano della Basilicata non c’è traccia dei tanti giorni in cui questa estate l’ozono, in alcune centraline ha superato la prima soglia di attenzione, in misure, comunque, non particolarmente gravi. Rispetto, poi, allo scorso anno sono stati molti di più i giorni in cui l’ozono si à mantenuto su valori elevati. Per ragioni di sentesi non riportiamo tutti i resoconti del monitoraggio relativo agli anni 2005, 2006, 2007 e agli effetti delle polveri del deserto, rispetto alle quali è bene ricordare che la legge non fa alcun tipo di distinzione.

In conclusione, la OLA (Organizzazione Lucana Ambientalista) - Coordinamento apartitico territoriale di Associazioni, Movimenti, Comitati e Cittadini – chiede alla Regione Basilicata, anche alla luce degli ultimi sconvolgenti fatti di Taranto, di attivarsi al fine di avviare un sistema permanente di monitoraggio cautelativo della diossina su tutto il territorio regionale, nonostante il Decreto Ministeriale n. 60 del 2 Aprile 2002 non lo preveda esplicitamente.

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