Ddl energia nucleare e i parlamentari lucani
E’ scontato ribadire la nostra netta contrarietà al deposito nazionale, al segreto di stato sulle attività legate all’energia e alle scorie nucleari, né tanto meno accettiamo imposizioni da un governo trasversale che ha come unico interesse quello di una lobby nucleare che ha bisogno di fondi per sostenersi e che vuole creare un business immediato nel commercio di rifiuti nucleari prima di approdare alle lontane centrali nucleari.
Se lo stato ha a cuore la sicurezza chiuda il vecchio ciclo del nucleare sistemando in sicurezza i rifiuti ove si trovano ed ove è possibile, senza generarne altri.Invece di aprire un nuovo e pericoloso nucleare, un altro in modo per spillare soldi nella bolletta elettrica ai cittadini.
Per Trisaia se ci liberiamo delle scorie americane di III attività-barre di ELk River (restituendole come da contratto all’america) il sito è declassato dalla sua pericolosità e può essere riconvertito produttivamente per il territorio.
Con Il nuovo ddl sull’energia collegato alla finanziaria che ha avuto il via dalla commissione attività produttive e che approderà nelle aule del parlamento si vogliono distruggere i controlli sull’ambiente, la ricerca sulle energie rinnovabili, le garanzie per un sicuro decommisioning , privatizzare la gestione delle scorie nucleari e accaparrarsi i fondi legati al Cip 6:
-La fusione di Apat in Ispra rischia attualmente di distruggere le attività di controllo svolte attualmente da 700 precari che rischiano di perdere il posto di lavoro,
-La privatizzazione della gestione delle scorie nucleari è un grave pericolo per la tutela della salute pubblica, attualmente non abbiamo sufficienti garanzie dagli organi pubblici di gestione (vedi Sogin) figuriamoci da aziende gestite quasi completamente dai privati Nel frattempo la nuova società di gestione delle scorie gestirà i fondi della bolletta elettrica per il decommisioning, come se non bastassero i ritardi di Sogin. Ossia la strategia del business manageriale dove più tempo passa per il decommisioning più soldi si riescono a scippare dalla bolletta elettrica per altre attività.
- Il commissariamento e lo smembramento dell’Enea e di conseguenza della ricerca sulle energie alternative.
- Il tentativo di accaparrarsi i fondi del Cip 6, quelli destinati in bolletta elettrica alle energie rinnovabili mentre l’unione europea ha bocciato nettamente il tentativo di assimilare come energia rinnovabile il nucleare. Altro che nucleare economico fatto dai privati come vuole fare credere l’a.d. Quadrino dell’Edison che vedeva bene Scanzano come sito idoneo per le scorie nucleari.
- La creazione di agenzia nucleare vuole accentrare il potere decisionale sulle autorizzazioni su dove ubicare centrali e depositi di scorie, genera una profonda ferita nella democrazia di una repubblica dove autorizzazioni importanti possono essere concesse senza sentire il parere delle amministrazioni con riti abbreviati.
Fa paura il modo approssimativo e irresponsabile della lobby nucleare che rispolvera vecchi progetti come la centrale nucleare sul Sinni o il deposito di scorie nei Calanchi. La penuria di moneta fa rispolverare vecchi progetti che non trovano più riscontro nella realtà in considerazione dello stato dei luoghi e delle loro variazioni climatiche e morfologiche nonché dei criteri di sicurezza valutati negli anni grazie alla tecnologia e alla conoscenza. E’ distruttiva la politica del decommisioning mondiale dove la lobby nucleare vuole fare affari con i rifiuti nucleari sparsi per il mondo, il deposito nazionale che vogliono realizzare nel nostro paese nasconde purtroppo anche questo enorme business. I famosi prati verdi del progetto Sogin scompaiono nei nuovi piani industriali, questo significa che in ogni sito nucleare può essere utilizzato al bisogno per nuove attività nucleari, perciò non può nemmeno bastare un sito nazionale di scorie.
Ai Parlamentari Lucani chiediamo quindi di ricordarsi la terra da cui provengono e della grande mobilitazione pacifica di Scanzano. Gli chiediamo di non votare alcun emendamento indipendentemente dal proprio partito di appartenenza che mira a distruggere la ricerca sulle rinnovabili e a finanziare i progetti di una lobby nucleare spregiudicata, che invece di generare energia a basso costo ha bisogno di fondi per mantenere se stessa prima che scompaia. Di salvare il centro ricerche Enea della Trisaia da morte sicura.Nel centro della Trisaia stati investiti ingenti fonti della legge 64 e persino fondi del patto dei giovani. Nel centro si rischia di alimentare nuova disoccupazione a seguito della fuga già in atto di attrezzature come denunciato dai sindacati dei lavoratori. Per cui è auspicabile una riconversione produttiva come proposto da No Scorie in più occasioni(facoltà universitaria dell’energia rinnovabile).Inoltre chiediamo la restituzione di una parte dei 100 Ha di suolo (il 50% impegnato da Sogin e un 20% da Enea), in pratica circa 30 Ha da utilizzare per attività produttive per la comunità Rotondellese.
Di non votare ddl per finanziamenti legati al Cip6 che assimilino il nucleare alle energie rinnovabili.Di chiedere invece bilanci chiari e trasparenti su come invece sono spesi i soldi del decommissioning della bolletta elettrica. Di non legiferare il federalismo senza considerare le scorie che altri ci vogliono portare e le risorse che invece ci depredano sistematicamente, mentre ci chiudono scuole e d ospedali.Di ricordarsi quindi che esiste un federalismo delle scorie e delle risorse, se vogliamo riconoscerci italiani, diversamente ben ritorni il Regno delle due Sicilie o meglio una secessione democratica della “ Lucania”.
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