10 anni di "effetti collaterali" del petrolio in Val d'Agri

La OLA invita i cittadini a rileggere e riflettere sulla serie impressionante di incidenti petroliferi verificatisi negli anni compresi dal 1996 al 2008 durante l'estrazione e il trasporto del greggio.
5 gennaio 2009
OLA | Organizzazione Lucana Ambientalista

I danni causati dal petrolio Con l’inizio del nuovo anno e mentre la Basilicata diventa - nei piani delle compagnie e del governatore - “hub petrolifero”, nonché snodo energetico strategico d’Italia e d’Europa con pozzi, centri oli, gasdotti, oleodotti e campi di stoccaggio est-asiatici - la OLA invita i cittadini a rileggere e riflettere sulla serie impressionante di incidenti petroliferi verificatisi negli anni compresi dal 1996 al 2008 durante l'estrazione e il trasporto del greggio. Molti incidenti risultano purtroppo non denunciati e per quelli noti sono in gran parte assenti relazioni ufficiali che dettagliano le cause, la tipologia dell’inquinamento, le sostanze immesse sul suolo, nell’aria, nell’acqua e nei prodotti agricoli e zootecnici esposti a tali sostanze. Gli effetti degli incidenti, così come l’esposizione durante il funzionamento delle attività di produzione, trattamento e trasporto del greggio finiscono così per rappresentare i cosiddetti “effetti collaterali” che si intende trasferire nel DNA dei residenti a futura memoria, riducendo così i costi per le compagnie che dovrebbero pagare per i danni causati (altro che royalties!).

La OLA (Organizzazione Lucana Ambientalista) – Coordinamento apartitico territoriale di Associazioni, Comitati, Movimenti e Cittadini - evidenzia come da oltre dieci anni sia assente in Val d’Agri la rete di monitoraggio prevista dall’accordo ENI – Regione, che rilevi in continuo tutti gli inquinanti (ivi compresi IPA, COV, Benzene, H2S – Idrogeno Solforato). Così come sono assenti Piani di emergenza ed evacuazione conosciuti dai cittadini e previsti dalle normative vigenti.

Il maggior numero di incidenti hanno riguardato le cisterne adibite al trasporto del petrolio estratto in val d'Agri. Con l'entrata in funzione, nell'ottobre del 2001, dell'oleodotto Viggiano-Taranto, il petrolio trattato presso il Centro Oli di Viggiano viene in parte immesso nello stesso e in parte trasportato ancora su gomma verso Taranto o dai pozzi di petrolio al Centro Oli. Non sono per il momento noti episodi di rotture alle condotte degli oleodotti con conseguenti fuoriuscite di greggio. Queste ultime secondo stime di probabilità si verificheranno con il trascorrere degli anni. In Val d'Agri il rischio più elevato è rappresentato dalla vicinanza delle condotte del trasporto del greggio con fiumi, sorgenti, invasi ed aziende agricole. Per i tubi degli oleodotti, a differenza dei pozzi, non è stata prevista alcun azione di smantellamento dopo la fase di produzione dei pozzi.

Per le brevi sintesi sugli incidenti di seguito elencati ci si è serviti di testimonianze dirette, della cronaca riportata dai giornali locali, delle segnalazioni di organi ufficiali e dei resoconti stilati da associazioni di volontariato, comitati ed associazioni dei cittadini. Questa banca dati “OlaWatch” inserita sul sito della OLA (www.olambientalista.it) è a disposizione di quanti vorranno integrarla ed aggiornarla per offrire un quadro più esauriente della situazione per sollecitare non solo la sensibilità dei cittadini che subiscono gli effetti di queste attività ma richiamare a responsabilità coloro si prestano a far passare gli incidenti in “effetti collaterali”, mitigati e svuotati, solo apparentemente, della responsabilità civile del danno causato.

Visualizza l'elenco completo degli incidenti:
http://www.olambientalista.it/petrolioart91.htm

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