Il bluff del petrolio in Basilicata

Pochi cents di sconto sulla benzina per distruggere le economie locali e la salute dei cittadini lucani. I nostri parlamentari, con il recente emendamento sulle royalty, portano a casa le lenticchie.
25 gennaio 2009
Movimento NoScorie Trisaia

petrolio I nostri parlamentari, con il recente emendamento sulle royalty, portano a casa le lenticchie e cedono in cambio il territorio e la salute dei residenti, in una regione dove una recente indagine registra il record nazionale per le malattie tumorali.

Le trovate pubblicitarie e il markenting usato per catturare gli acquirenti sulla bontà dei prodotti è stato importato dalla politica locale, al fine di circuire voti con la promessa del buon prodotto (sconto benzina), comunicazione di alta percezione che, invece, nasconde il trucco commerciale che permetterà l'estrazione petrolifera da parte delle lobby che distruggeranno tutta la Basilicata e le economie collegate senza sborsare quasi nulla. La percezione dell'iniziativa, apparentemente, di grande effetto mediatico - in prima battuta - è destinata a sgonfiarsi, mostrando i suoi lati peggiori se la analizziamo nel dettaglio. Lo sconto sulla benzina dovrebbe realizzarsi con una copertura extra del 3% delle royalty che passano dal 7 al 10%. Bazzeccole in confronto alle royalites che percepiscono in Canada che sono del 50% o in Norvegia dove le per il territorio sono addirittura dell’80%.

La benzina a prezzo ridotto si basa su riduzione delle accise, ossia delle tasse che il Governo pone sul litro di carburante e sulla produzione di idrocarburi regionale, che terminerà nel medio periodo (in media altri 10 anni). La benzina con prezzo ridotto, quindi, non sarà corrisposta per l'eternità, ma avrà un termine legato all'esaurimento del combustibile fossile che dovrà essere estratto sempre in maggiori quantità per mantenere lo sconto. Nella Basilicata che vive di agricoltura, però, la riduzione delle accise c'é già per le attività agricole e per la pesca. Quindi, la categoria che traina l'economia regionale non potrà beneficiarne. Le imprese industriali (ormai sono tutte chiuse o in cassa integrazione) avranno poco ristoro e figuriamoci se per pochi spiccioli altre imprese verranno in Basilicata. I privati che percorrono in media 20000 Km/anno con una vettura economica che fa 15Km/lt (ammesso che si toglieranno 10 cents/lt) avranno un risparmio medio che non arriverà neanche ai 130 euro/anno a famiglia. Parte della popolazione lucana (pari a 125.000 abitanti) è sui 65 anni, difficilmente percorre Km e non usufruirà dello sconto. Per il gas abbiamo già visto che la platea di chi usufruisce degli sconti regionali è molto limitata e di nuovo sono proprio escluse le aziende agricole (le più penalizzate dall’inquinamento petrolifero).

Ben poca cosa in confronto agli 80 cents su un dollaro sul valore delle estrazioni che già dal 2000 percepisce il territorio dell’Alaska e dei suoi abitanti che hanno un reddito pro capite grazie alle sovvenzioni del petrolio medio di 64.000 dollari/anno, pari a 50.000 euro/anno attuali, mentre prima erano i popoli a più basso reddito dell’America.

In Alaska le estrazioni petrolifere al contrario della Basilicata sono monitorate costantemente dalle istituzioni per tutti gli inquinanti e i livelli di emissioni e di inquinamento sono 6000 volte inferiori a quelle italiane (vedi idrogeno solforato da 0,005 ppm in America - secondo - l’OMS a 30 ppm in Italia per l’industria petrolifera). Negli Stati uniti inoltre è proibito trivellare vicino ai bacini idrici, ai centri abitati ed è vietato estrarre petrolio nei parchi e vicino alle coste.

Lo sconto sulla benzina ha un prezzo da pagare:

Abbiamo già perso i fondi Obbiettivo 1 per il PIL drogato dal petrolio (stimati in circa 350 mil.euro).

Danni ambientali, danni alle economie locali, danni alle acque, costi sociali per la salute e per lo spopolamento del territorio che non potrà più autosostenersi per le misure federaliste messe in atto perchè a petrolio estratto le economie locali saranno distrutte.

L'inquinamento delle acque, del suolo, del mare e dell'aria distrugge le economie locali come l'agricoltura e il turismo. Nel solo Metapontino ci sono 10.000 addetti in agricoltura (che non hanno chiuso per cassa integrazione come fa la Fiat di Melfi). L'agricoltura in Val d'Agri sta scomparendo per far posto all'inquinamento, dove sono finite le mele della Val d'Agri che riempivano gli ipermercati di Bologna e dove finiranno i fagioli di Sarconi (ossia il cosiddetto caviale delle leguminose)? L'acqua che soddisfa due regioni, quanto vale? E le persone che si ammalano e che devono affrontare i viaggi della speranza per i quali non bastano i mutui ipotecari?

E quali sono i costi sociali che dovrà sostenere la comunità in termini di monitoraggi e controlli ambientali? E quelli legati alle cure mediche negli ospedali, i servizi e all'assistenza a seguito dell'esponenziale aumento di tumori in Basilicata che porta la regione ai primi posti in Italia come una recente indagine conferma?

Spopolamento della regione:

Normalmente tra vent'anni se si mantengono le statistiche attuali i 593.00 abitanti della Basilicata diventeranno 388.000, considerando i 12500 abitanti ultra 65 che non ci saranno più e i 4000 che in 20 anni diventeranno 80000 (593.000-125.000-80.000=388.000). Con l'aggravio che dei 388.000 i 2/3, pari a circa 260000 persone, saranno nella categoria degli ultra 60enni (ossia una regione di vecchi). Se il processo è accelerato dalla distruzione delle economie locali, provocato dall’inquinamento la popolazione potrebbe ridursi addirittura in 10-15 anni e non più in venti come prospettato.

Chi ci guadagna realmente:

La lobby petrolifera (politica-imprese) per continuare a trivellare indisturbata in Basilicata, che non ha un interesse nazionale come qualcuno vuol farci credere, ma esclusivamente societario collegato alle Srl e alle Spa nazionali ed internazionali (Shell, Total, Eni ecc.). La classe politica lucana bipartisan per mantenere il proprio status (visto che non avrà più fondi perché il federalismo gli taglierà le entrate). Gli industriali dei rifiuti che vogliono fare altri businnes in Basilicata con i rifiuti petroliferi e i rifiuti tossici provenienti da fuori regione. Chi pensa che la Basilicata sia un territorio da sfruttare e non valorizzare.

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