Ennesimo incidente al Centro Oli Eni di Viggiano
Dopo circa un mese e mezzo (18 Novembre 2008) dall'ultimo incidente verificatosi presso il Centro Oli di Viggiano, in Val d'Agri torna la paura. Ieri (2 Febbraio 2008), nel tardo pomeriggio, un tremendo boato, fortissime vibrazioni, fiammate di 20 metri e fumo nero sprigionatosi per diverso tempo, hanno allertato intere famiglie e forze dell'ordine. I primi ad assistere all'ennesimo incidente sono gli autotrasportatori, che da qualche giorno presidiano il Centro, per protestare contro l'ipotesi di licenziamento dopo la chiusura dei pozzi di Cerro Falcone. Dal canto suo l'Eni, minimizza, e fa sapere che si è trattato di una normale attività del processo di raffinazione del greggio. La motivazione della fiammata sarebbe dovuta ad un abbassamento della tensione elettrica. Il primo cittadino di Viggiano, invece, raccogliendo le proteste e la preoccupazione sempre crescente della popolazione, ha deciso di inoltrare una richiesta formale di spiegazioni – al fine di far definitivamente chiarezza sullo stato della sicurezza del Centro Oli Eni – al Prefetto di Potenza e al Governatore della Regione Basilicata, Vito De Filippo. La OLA (Organizzazione Lucana Ambientalista) – Coordinamento apartitico territoriale di Associazioni, Comitati, Movimenti e Cittadini – come già fatto più volte, continua ad evidenziare la pericolosità del Centro Oli e a chiedere agli Enti competenti e all'Assessore all'Ambiente, Vincenzo Santochirico, di conoscere le quantità e le tipologie degli inquinanti sprigionati che, oltre ai parametri misurati, annoverano l’H2S Idrogeno Solforato, i COV (Composti Organici Volatili), il Benzene, gli IPA (Idrocarburi Policiclici Aromatici), che ad oggi non vengono resi noti e forse neanche rilevati, nonostante le prescrizioni della VIA per il Centro Oli di Viggiano.
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