Montegrosso, la OLA risponde alle dichiazioni di Santochirico
In risposta alla nota dell'Assessore all'Ambiente della Regione Basilicata, Vincenzo Santochirico, la OLA (Organizzazione Lucana Ambientalista) – Coordinamento apartitico territoriale di Associazioni, Comitati, Movimenti e Cittadini - chiede alla Regione di non sottoscrivere l'atto d'intesa con il Governo, per la perforazione del Pozzo Montegrosso 2, poiché sarebbe venuto meno il rispetto delle prescrizioni imposte dalla deliberazione della Giunta Regionale n.1566 del 5/11/2007.
La OLA chiede, inoltre, all'assessore Santochirico di specificare meglio se con l'affermazione "la Regione ha autorizzato i lavori di ripristino dei luoghi interessati dal permesso di ricerca scaduto, affinché il terreno possa essere riconsegnato nello stato in cui si trovava al momento dell’occupazione” intende dire che la Regione non è intenzionata a stipulare l'atto d'intesa con il Governo per il pozzo “Montegrosso 2”.
La OLA torna a ribadire che la particella ancora "da ripristinare" - dove è allocato il pozzo petrolifero - fa parte della "Foresta Demaniale Grancia Caterina" ed auspica che sulla vicenda la Regione si esprima dichiarando con chiarezza le proprie intenzioni.
Queste le dichiarazioni dell'Assessore all'Ambiente, Vincenzo Santochirico:
MONTEGROSSO 2, LA REGIONE NON HA AUTORIZZATO PERFORAZIONE
16/02/2009 16.50.37
[Basilicata]
(AGR) - “Nessuna delibera della Regione Basilicata autorizza la perforazione del pozzo Monte Grosso 2”. E’ quanto afferma l’assessore regionale all’Ambiente, Vincenzo Santochirico in relazione al permesso di ricerca “Serra San Bernardo”, in agro di Brindisi di Montagna, al di fuori del perimetro del Parco della Val d’Agri.
In data 12 settembre 2007, il Ministero dello Sviluppo economico (Ufficio nazionale minerario per gli idrocarburi e la geotermia) ha chiesto alla Regione di esprimere l’atto di Intesa, al fine di autorizzare la perforazione del pozzo esplorativo “Monte Grosso 2”. Sono stati rilasciati pareri tecnici obbligatori per legge, ma non è stata adottata l’Intesa richiesta, che è l’atto propedeutico al permesso di ricerca e che attiene alla competenza dello Stato.
La Giunta regionale, nella seduta del 7 novembre scorso, ha stabilito, invece, che la società Medoilgas Italia Spa (titolare del permesso di ricerca) dovrà versare la somma di 15.703 euro alla Regione Basilicata a titolo di indennizzo per l’occupazione di 5 ettari di superficie di proprietà regionale nel periodo 1997-2008, in relazione al permesso di ricerca conferito nel 1994 e scaduto il 23 febbraio 2008. Con lo stesso atto, inoltre, la Regione ha autorizzato i lavori di ripristino dei luoghi interessati dal permesso di ricerca scaduto, affinché il terreno possa essere riconsegnato nello stato in cui si trovava al momento dell’occupazione”.
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