Ercole, il gas di Policoro e Marinagri
Policoro vanta il triste primato di essere interessata da tre concessioni petrolifere. Nella concessione Policoro dalla Gas Plus, nella concessione Tempa la Petrosa dalla Total e nel mar Jonio (zona DR 148) dalla Appennine Srl che è subentrata alla Consul Service Srl. Dopo la mobilitazione dei sindaci e degli operatori economici lucani nell’autunno del 2008 contro le trivelle nel Mar Jonio scomparve la procedura di Via della Consul Service Srl, ma è ricomparsa a gennaio una nuova richiesta per opera di un’altra Srl.Segno che il governo non ha minimamente preso in considerazione le deliberazioni e la volontà dei comuni dello Jonio. Ci sono altri pozzi petroliferi in Procedura di V.I.A. regionale in località Molino Vecchio a qualche Km dal quartiere San Pio di Policoro, un altro nel Sinni vicino il centro Sogin e un terzo a due Km da Marinagri sulla sponda sx del fiume Agri in territorio di Scanzano .A Policoro oltre a nuove richieste di trivellazioni si estrae gas da oltre un ventennio, senza che la cittadinanza ne tragga alcun beneficio. Nel 1991 Policoro passò agli onori della cronaca per il pozzo Policoro 1 che esplose e che nessun tecnico riuscì a spegnere, bruciando per oltre 15 giorni. Nella concessione Policoro ci sono quattro pozzi in attività: Filici 1 (Tursi), Colacello 1, Policoro 1 bis, Gioia 1 (in territorio di Policoro) collegati al gasdotto. C’e’ inoltre il pozzo Tauro 1 (ricco di gas) già trivellato nell’attesa di essere messo in produzione. La produzione media annua di gas nella concessione Policoro si aggira secondo i dati unmig intorno ai 8.990.265 mc (media di 5 anni dal 2003 al 2008, con punte di 13.092.00 mc estratti nel 2007). Con un’utenza di 3500 famiglie allacciate in Policoro che consumano in media/anno x famiglia, gas per 1000 mc, nella cittadina jonica avremo un consumo pari a 3.500.000 mc/anno, ossia l’equivalente di circa 1/3 di tutto il gas estratto nel sottosuolo della concessione Policoro. In poche parole applicando un reale federalismo delle risorse a Policoro ci sarebbe gas gratis per tutti con circa il solo 30% del valore dell’estratto.
A Policoro ci sono inoltre quattro pozzi esauriti chiusi da monitorare per l’inquinamento ambientale e per evitare che diventino sversatoi di rifiuti tossici(vedi inchieste in Val Basento su alcuni pozzi esauriti): Rotondella 1, Tricchianello 1, Fornaciara 1 e Masseria Petrulla 1. Oltre all’inquinamento delle falde e dell’agricoltura nelle operazioni di trivellazione, dai pozzi esauriti e in attività potrebbe uscire il pericoloso gas H2S - idrogeno solforato ( gas che per la cronaca causò 10 vittime a Molfetta e Catania ) e altri gas non certo benefici. Nella città di Policoro non esiste nemmeno una centralina fissa dell’Arpab che monitorizza il pm 10 delle automobili (perciò non esistono dati pubblici sui monitoraggi ambientali delle estrazioni o sull’impatto sulla salute delle popolazioni).Esiste inoltre il pericoloso fenomeno della subsidenza che potrebbe mettere a rischio tutto il territorio vicino ai fiumi, retrodunale oggetto delle bonifiche e la stessa costa jonica (ossia dell’abbassamento del suolo fino a 5/6 metri e che nel Polesine provocò alluvioni tanto da proibire qualsiasi trivellazione).
Il Metapontino è una palude bonificata con caratteristiche quasi simili alle aree Padane e i fondali dello Jonio sono ricchi di piccoli vulcani.Per i fenomeni della subsidenza anche Marinagri e altri villaggi lungo la costa potrebbero rischiare di avere danni per l’abbassamento del suolo e subire alluvioni. Il fenomeno della subsidenza non è immediato, ma può avvenire tranquillamente anche a pozzo esaurito e dopo diverso tempo (la sacca di gas sparisce come un palloncino che si sgonfia e porta in profondità il terreno superficiale, mentre le Srl che hanno trivellato sono sparite da un pezzo). In Norvegia l’80% dell’estratto rimane alle popolazioni, a Policoro invece le famiglie subiscono solo l’inquinamento e i danni alle economie locali, Il sindaco di Policoro ultimamente chiese le royalites del petrolio estratto in Val d’Agri non accennando al gas estratto nel suo comune. Auspichiamo invece che l’amministrazione e il consiglio comunale coinvolgendo la cittadinanza decide invece quale è il futuro del territorio in materia di estrazioni petrolifere che sono estremamente incompatibili con il territorio, l’economia agricola e turistica e di forte impatto sulla salute delle popolazioni. L’Amministrazione inizi a chiedere controlli per la salute pubblica e garanzie economiche per i danni al territorio e alle economie locali sul gas che attualmente estraggono.
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