Centrale di Stigliano, la Regione autorizza progetto di variante

L’Ufficio Compatibilità Ambientale del Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata ha riaperto la questione della messa in funzione della centrale a biomassa di Stigliano-Aliano approvando la variante al progetto della società Carlo Gavazzi Green Power.
24 gennaio 2011
OLA (Organizzazione Lucana Ambientalista)

parco in pericolo L’Ufficio Compatibilità Ambientale del Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata – con Determinazione Dirigenziale n.1722 del 20 dicembre 2010, pubblicata recentemente sul Bollettino Regionale del 7 gennaio scorso – ha riaperto la questione della messa in funzione della centrale a biomassa di Stigliano-Aliano approvando la variante al progetto della società Carlo Gavazzi Green Power, ai fini della verifica di coerenza con il giudizio favorevole di compatibilità ambientale rilasciato nel 2007 e con le verifiche di ottemperanza regionali del 9 gennaio 2009.

La “Carlo Gavazzi Green Power”, titolare del progetto della centrale prevista in contrada Acinello di Stigliano-Aliano (Matera) – ricorda la nostra Organizzazione – aveva ottenuto la sospensiva dal TAR Basilicata di una Delibera Regionale che limitava la potenza dell’impianto a 13 MW, ma che attualmente è stata riportata a 40 MW. Per non rinunciare agli incentivi di cui all’art.3, comma 7, della Legge n.481/95 – è quanto si legge in una delibera dell’Autorità dell’Energia ed il Gas, la “Carlo Gavazzi”, in data 20 marzo 2009, aveva presentato istanza di conferma delle incentivazioni pubbliche.

La OLA (Organizzazione Lucana Ambientalista) evidenzia come la centrale a biomassa di Stigliano-Aliano insista su un territorio vocato ad attività agricole e turistiche che verrebbero minacciate dall’entrata in esercizio dell’impianto. Inoltre, la messa in esercizio della centrale non offre garanzie sulla provenienza e natura futura del combustibile da utilizzare, pari ad oltre 400 mila tonnellate di legno vergine ed altro combustibile non meglio specificato, non reperibile in loco, pena la deforestazione di ampie superfici forestali rientranti nell’ampio raggio di 70 Km, includendo i boschi del Parco Regionale Gallipoli Cognato-Piccole Dolomiti Lucane ed altre superfici forestali protette da leggi regionali e nazionali.

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