In sala operatoria un robot chirurgo
Un chirurgo-robot controllato a distanza e teleguidato grazie a campi magnetici, ha operato un gruppo di pazienti con fibrillazione atriale, una grave aritmia cardiaca.
Il nuovo approccio è stato sperimentato con successo dal gruppo di Carlo Pappone, responsabile dell'Aritmologia ed Elettrofisiologia cardiaca dellIstituto Scientifico Universitario San Raffaele di Milano. Nella ricerca, che ha coinvolto 40 pazienti, presentata su una rivista americana, si descrivono i risultati ottenuti grazie all'intervento di ablazione transcatetere al cuore, fatto a distanza grazie a unapparecchiatura robotizzata che rende questo tipo di procedura più sicura e meno legata alla perizia dell'operatore. La fibrillazione atriale è un'anomalia del ritmo cardiaco. Se i farmaci non controllano l'aritmia, si può ricorrere all'ablazione a radio-frequenza, una tecnica che usa impulsi energetici per distruggere una piccola area di cellule del muscolo cardiaco, e bloccare i segnali che scatenano la fibrillazione. Il team milanese si è servito del computer per controllare un campo magnetico e muovere, grazie a un robot, il catetere in azione nel cuore del paziente, visualizzato sullo schermo grazie a uno scanner tridimensionale.
Perché affidarsi alla tecnologia? Il sistema attuale, spiega Pappone, «dipende troppo dall'operatore». Insomma, in mani inesperte o poco esperte è alto il rischio di inefficacia o complicanze. «In pratica, ho insegnato al robot come fare, e dopo i primi interventi si è rivelato bravissimo», racconta l'esperto, che ha battezzato il robot Ciao perché segna il tramonto della vecchia procedura. Dopo aver incontrato qualche difficoltà nei primi tre casi, i ricercatori assicurano che gli interventi sono andati lisci come l'olio e senza complicanze. Finora sono stati trattati 174 malati. «Il 17 maggio da Boston guiderò il robot impegnato in un intervento a Milano» annuncia Pappone.
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