Digitalizzata la Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia
Procedono speditamente le operazioni tese a dematerializzare i documenti della pubblica amministrazione, e a "farne le spese" in questa fase è una quantità impressionante di carta, quella della Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia. Se "impilati", questi documenti cartacei riempirebbero 12 edifici di 5 piani, per dirla con il CNIPA, il braccio informatico del Governo che ha annunciato il progetto di dematerializzazione documentale denominato AUGUSTO (Automazione della Gazzetta Ufficiale Storica).
La digitalizzazione dei fascicoli pubblicati tra il 1871 e il 1946, un milione di pagine circa, richiederà un investimento di circa un milione di euro ma porterà a risparmi annuali pari a tre volte tanto. La ragione l'ha spiegata al convegno Per una PA senza carta: dal progetto alla realtà Pierluigi Ridolfi, componente del CNIPA, secondo cui "considerando che una raccolta completa occupa circa 25 mq di spazio e nell'ipotesi conservativa che almeno in 5 mila uffici italiani sia presente non meno del 20% della raccolta completa, il progetto consentirà di recuperare 25 mila mq, pari a 12 edifici di 5 piani, con un risparmio di almeno un milione e mezzo di € l'anno". Non solo: la digitalizzazione consente di risparmiare "non meno di 2 giorni/uomo l'anno", una razionalizzazione che determinerà "un'economia non inferiore ad un altro milione e mezzo di euro l'anno".
Oltre al risparmio, evidentemente si ottiene così una migliore accessibilità a quei documenti, che saranno disponibili sul sito del CNIPA.
Il progetto AUGUSTO si inserisce nel già annunciato piano di dematerializzazione documentale che secondo le stime del CNIPA porterà a risparmi di molte volte maggiori rispetto a questa singola iniziativa. "Basti dire - ha spiegato Ridolfi - che un obiettivo prudenziale di trasferire appena il 10 per cento della documentazione cartacea su supporti digitali genererebbe un risparmio annuo di almeno 3 miliardi di euro, economia ripetibile ogni esercizio successivo".
Oggi la gestione dei documenti della PA "costa" più del 2 per cento del PIL italiano. Ciò si deve alla necessità di archiviazione che nelle singole amministrazioni richiedono spese per almeno 25mila euro l'anno per il solo "stoccaggio" degli archivi: al di là dei benefici evidenti nella fruibilità dei documenti e quindi nell'efficienza dei servizi della PA, il CNIPA sottolinea anche i benefici ecologici della dematerializzazione. "La sola pubblica amministrazione centrale - spiega Ridolfi - attualmente deve archiviare ogni anno documenti cartacei per 10 miliardi di pagine, vale a dire circa la metà della pagine dei quotidiani stampati annualmente, che hanno un ingombro equivalente al volume del Duomo di Milano, mentre in un hard disk di modeste capacità ci possono stare non meno di 500 mc di carta, corrispondente allo spazio di 2 appartamenti da 120 mq".
Sociale.network