Incontro continentale dei popoli indigeni dell'America Latina
“Secondo tradizione, facciamo voti per le nuove stagioni di semina e di lavoro, che tutti identifichiamo con l’inclusione e unità dei popoli originari”: con questi presupposti, esposti dalla guida spirituale indigena Paulino Maman, il presidente boliviano Juan Evo Morales e il migliaio di delegati indigeni presenti al Primo incontro continentale dei popoli e delle nazionalità di Abya Yala (America, in lingua quechua), in corso di svolgimento a La Paz, hanno partecipato oggi a un antico rito andino nelle rovine di Tiwuanaku, a nord della capitale amministrativa boliviana. Oltre che di riti, quella odierna è stata anche una giornata di lavoro all’interno delle commissioni costituite lunedì in occasione dell’apertura del convegno. Le dieci commissioni hanno presentato le relazioni e le prime proposte operative. Due i temi più ricorrenti: la ricerca di politiche sociali ed economiche alternative a quelle imposte dall’egemonia continentale statunitense e grande speranza per i lavori dell’Assemblea costituente boliviana, all’interno della quale per la prima volta le popolazioni indigene – attraverso il Movimento al socialismo (Mas) di Morales – hanno la maggioranza, seppur ‘solo’ assoluta e non dei due terzi. “Il testo della Costituzione sarà redatto da 255 costituenti scelti democraticamente, da qui la loro responsabilità di riflettere le millenarie rivendicazioni di 36 etnie, una realtà che in altri paesi è solo un sogno” ha spiegato il boliviano Marco Castillo, membro della commissione ‘Soberanía y Gobierno’. Il consesso continentale di concluderà domani a La Paz, in coincidenza con il 514° anniversario dell’arrivo dei colonizzatori spagnoli in America.
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