L'adesione di Giorgio Schultze alla Marcia Mondiale
Il 15 novembre 2008, ho avuto la fortuna e l’onore di partecipare alla Cerimonia di lancio ufficiale della 1a Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza, promossa dall’associazione internazionale Mundo Sin Guerras - World Without Wars,a Punta de Vacas, ai piedi dell’Aconcagua, nel cuore delle Ande, tra l’Argentina e il Cile.
Il luogo dove, tra poco più di un anno, dopo tre mesi di percorso, attraversando cinque continenti (sei se s’include l’Antartide!), incrociando mille città, di oltre cento nazioni, ritornerà, moltiplicata, la fiaccola della speranza.
La speranza che un mondo senza guerre, senza minacce nucleari, senza violenze è possibile.
Vi è una leggenda da quelle parti che dice che l’Aconcagua, il “Tetto dell’occidente”, visto dal lato argentino, è come un “guerriero indio addormentato sotto la neve” che si sveglierà e si alzerà solo con canto e con la poesia, che ne riscalderà il cuore di pietra.
Leggende, ma quella sera del 15 novembre, tra le ultime luci del tramonto australe e gli argentei riflessi della Luna piena sui ghiacciai eterni del Tupungato e sulle acque primaverili del fiume Mendoza, ho percepito che le nostre parole di speranza, i nostri sogni di un futuro sereno, che le nostre richieste di giustizia sociale, che il nostro impegno nella costruzione di una Nazione Umana Universale delle diversità, della solidarietà, della reciprocità, avevano fatto sussultare la Montagna.
Sì, la Montagna si è mossa, dentro e fuori di noi!
Come abbiamo potuto credere a chi ha fomentato le guerre in nome della pace, a chi ha occupato territori e bombardato popolazioni inermi in nome della democrazia, a chi tiene in ostaggio l’intera umanità con minacce nucleari in nome della libertà?!
Sì, la Montagna si è mossa per fermare le guerre e la nuova folle corsa agli armamenti, per smantellare le armi nucleari, per far ritirare le truppe di occupazione, per impedire l’uso bellico dello spazio…
Sì, verso la pace ma senza violenza.
Si è mossa perché è inaccettabile che nel nostro mondo di opulenza e ricchezze smisurate si possa morire di fame o si debba migrare per sfuggire la morte per vivere come schiavi, morendo, un po’ alla volta, tutti i giorni, nel silenzio della clandestinità.
Si è mossa nelle coscienze per risvegliare le nostre migliori Guide, le nostre più elevate virtù…per insinuare negli uomini, nelle donne, nei giovani, nei bambini il ripudio profondo, la repulsione fisica, della violenza; in tutte le sue forme e manifestazioni: fisica, razziale, religiosa, economica, sociale; per imparare a riconoscerla e smascherarla anche quando giunge travestita con false bandiere di giustizia e libertà.
Si è mossa per aprire gli orizzonti chiusi al futuro e farci intravedere un nuovo paesaggio, nel passaggio dall’oscurità della preistoria e i primi raggi dell’alba della Storia finalmente umana.
Si è mossa perché questa marcia non sarà di una sola nazione o di un solo popolo per la sua liberazione dal giogo di un impero come la straordinaria Marcia del Sale di Gandhi (1930) o il biblico Esodo degli Ebrei dall’Egitto verso la Terra Promessa (1250 a.c.), di una classe sociale che rivendica la sua emancipazione con la Lunga marcia di Mao (1934-35), di una razza che chiede il diritto a essere “uguale”, come la Marcia dei neri d’America, con “il sogno” di Martin Luther King (1963).
Sarà la prima Marcia Mondiale, di tutti gli esseri umani che dal Tibet all’Africa, dall’Iraq all’Afghanistan, dall’Europa alle Americhe chiedono di vivere in pace, che rifiutano la violenza.
Sarà la prima Marcia che parlerà tutte le lingue, che coinvolgerà milioni di persone e raggiungerà, attraverso ogni mezzo di comunicazioni, gli angoli più remoti del pianeta.
Sarà la prima Marcia che, nel suo passaggio, farà riaprire i libri Sacri del Confucianesimo, del Buddhismo, il Mahabarata dell’Induismo, l’Antico Testamento del Cristianesimo, il Talmud degli Ebrei e il Corano dell’Islam, e si fermerà alle pagine dove vi è scritto con inchiostro indelebile: “Chiunque distrugga una sola vita è tanto colpevole come se avesse distrutto il mondo intero, e chiunque salvi una sola vita ha tanto merito come se avesse salvato il mondo intero”.
Sarà la prima Marcia sulle cui bandiere e simboli sarà stampata, in tutte le lingue e dialetti, la Regola d’Oro, il più semplice dei principi e il più difficile da attuarsi: “Tratta gli altri come vorresti essere trattato”.
Sarà la prima Marcia che inizia dentro di ognuno di noi e passa per il vicino di casa, al collega di lavoro, nella città dove si vive. Come una vibrazione incontenibile, una gran voglia di vivere, rimasta per troppo tempo prigioniera, clandestina, nascosta e che ora dilaga per le strade e solleva quel manto grigio di insicurezza e solitudine che ha avvolto le città degli uomini.
Sarà la prima Marcia composta da una straordinaria sequenza temporale di eventi che si svolgeranno in tutto il mondo prima durante e dopo il compimento delle tappe forzate di un percorso “epico” di oltre 100.000 km…
Ma l’evento più grande, l’evento degli eventi, se si darà, sarà breve ma di portata epocale e chi lo vivrà, potrà ringraziare tutta la vita di aver vissuto anche solo per quel momento: percepire la simultaneità del respiro comune dell’intera Umanità.
Se per un attimo, per un semplice istante i cuori, le menti, di tutte le persone che arriveranno, quel 2 gennaio 2010, a Punta de Vacas, nel cuore delle Ande, insieme a tutte le persone che quello stesso giorno si fermeranno in tutte le città del mondo, riusciranno ad ascoltare il battito, a percepire il respiro profondo dell’intera Umanità che si solleva e riconosce se stessa, nella sua unicità e nelle sue diversità, quella rivoluzione epocale, quel “nuovo umanesimo” cui aspiriamo, sarà iniziato...
Bene, amico mio, la 1a Marcia Mondiale per la Pace e la Non violenza è partita!
Tu ed io, attraverseremo il Mondo con un messaggio di Nuova umanità.
Tu ed io attraverseremo questo mare tempestoso, con le navi costruite di tenacia e intenzionalità.
Tu ed io attraverseremo scalzi le fredde catene montagnose per ritrovarci nelle accoglienti Città dei Costruttori di Pace.
Tu ed io illumineremo questa notte infinita della Preistoria Umana, con le fiaccole della pazienza e i falò del coraggio, in attesa dell’alba di una vera, nuova Storia Umana.
Già in molti ci stanno aspettando: Mahatma Gandhi, Martin Luther King, Henry David Thoreau, Leon Tolstoy, Albert Einstein, Betty Williams e Mairead Corrigan, Patrice Lumumba, Nelson Mandela, Aung San Suu Kyi, Rigoberta Menchù... e molti altri, Evo Morales, Barack Obama ci stanno raggiungendo con le loro bandiere di Speranza, mosse dal soave respiro della Libertà.
E come mi disse Silo un po’ di tempo fa: “Non avere paura. Ama la realtà che costruisci e, nulla... nemmeno la morte, fermerà il tuo volo”
Milano, 15 dicembre 2008
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