Si è concluso il primo Simposio Europeo sulla Nonviolenza
Si è concluso ad Attigliano (Tr), in Umbria, il Primo Simposio Europeo sulla Nonviolenza, organizzato dai Centri Studi Umanisti di Roma, Madrid, Barcellona, Mosca, Parigi e Paese Basco.
Dodici relatori provenienti da diverse città europee sono intervenuti il 24 e 25 aprile 2009 trattando il tema della nonviolenza da diversi punti di vista come unica via d'uscita alla crisi globale e alla violenza che è sempre più presente nella società di oggi.
Già all'apertura del Simposio si è sottolineato l'obiettivo dello stesso con le parole di Fulvio De Vita, vicepresidente del Centro di Studi Umanisti di Roma: quello di creare un interscambio tra accademici che si occupano di diversi temi con l'intento di superare la violenza attuale e di stimolare una sinergia di azione con "la nonviolenza come atteggiamento e metodologia di azione di fronte agli eventi, non come un rimedio provvisorio, ma come l'unica e definitiva via di uscita dalla preistoria umana".
Il Simposio si è chiuso con l'annuncio della fondazione del Centro Studi Umanisti del Mediterraneo alla presenza dei rappresentanti dei Centri Studi Umanisti di Alessandria d'Egitto, di Barcellona, di Bilbao, di Istanbul, di Gerusalemme e di Madrid che ha come obiettivo di stimolare lo scambio di contributi e di unificare i membri di diversi paesi al fine di studiare i problemi più difficili ed attuali dell'essere umano così come dell'umanesimo come corrente universale della coscienza e dell'azione sociale.
Tra i temi trattati troviamo il primo giorno una relazione sulla nonviolenza come fondamento dell'evoluzione umana della francese Claudie Baudoin; il fisico Angelo Baracca dell'Università di Firenze ha parlato delle conseguenze dell'attuale approccio utilitaristico della scienza nello studio della natura; la dott.ssa Pilar Escario di Madrid ha esposto i risultati delle proprie ricerche come membro del Consiglio dell'Istituto Internazionale di Ricerca e Formazione delle Nazioni Unite per la Promozione della Donna nell'ambito della violenza sulle donne durante i conflitti bellici. Mentre Aaron Eldeberg ha portato come esempio l'esperimento della società comunitaria nonviolenta in Israele del Kibutz.
Il secondo giorno ha visto tra gli interventi Mohsen Mouelhi, filologo e giornalista della Comunità Sufi Jerrahi-Halveti in Italia che ha affrontato l'argomento dell'integrazione e dell'intercultura, il prof. Alberto L'Abate allievo di Aldo Capitini (il "Gandhi italiano") che ha affrontato il tema di come passare da una democrazia formale e plutocratica ad una democrazia partecipativa fino ad arrivare al tema dell'istruzione come linfa democratica e all'importanza dell'istruzione universitaria con Alfredo Dib Abdul-Nour, presidente dell'Associazione "Educazione per la Nonviolenza" della Facoltà di Educazione dell'università Complutense di Madrid e con Lorenzo Porta, Presidente del Centro Documentazione sociale per la nonviolenza e i diritti umani.
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