La nonviolenza abbraccia la sostenibilità
Cos’è il PeR?
Un centro situato in in’area bio-agricola. Insieme a mia moglie Chiara e ad alcuni amici abbiamo recuperato una zona abbandonata dall’agricoltura, perchè priva dell’allacciamento idrico e ne abbiamo fatto una struttura sia turistica che didattica dedicata alle energie rinnovabili e al risparmio energetico. La parte ricettiva include alcune stanze per il pernottamento e un ristorante con cibi biologici e a kilometro zero. Pensiamo di aver realizzato un esempio concreto di abitabilità sostenibile e riproduciblile, le nostre installazioni non sono modelli iper-tecnologici e ad alto costo. Il nostro motto è: “contribuire a salvare il mondo”.
Che tipo di iniziative organizzate nel Centro?
Anche se inizialmente il nostro progetto era centrato sui temi ambientali attraverso seminari, corsi e laboratori con le scuole, ultimamente stiamo cercando di dare spazio anche a diverse realtà legate al mondo dell’altra economia, del volontariato e dei gruppi artistici spesso emarginati dai canali tradizionali. Ci interessa collaborare con i protagonisti di quei fenomeni che stanno contribuendo a dare vita a un mondo nuovo, che parte dal basso. Ormai, anche se siamo di fatto un’azienda, ci sentiamo un’entità svincolata dal puro profitto ma orientata alla responsabilità sociale e alla partecipazione attiva.
Come sei entrato in contatto con Pat Patfoort?
Ho conosciuto personalmente Pat l’anno scorso durante il simposio “Fondamenti di una nuova civiltà” organizzato dal Centro Mondiale di Studi Umanisti in Umbria e mi ha affascinato la presentazione del suo metodo, così semplice e così efficace. Ho iniziato ad adottarlo nell’educazione di mio figlio. Poi ho pensato come avrei potuto contribuire alla diffusione di queste idee “rivoluzionarie” per gli ambiti che frequentiamo abitualmente.
Come vedi collegati la nonviolenza e l’ecologia o la sostenibilità ambientale?
Mi sembra che la violenza abbia intriso molto il rapporto tra l’essere umano e la natura. Non possiamo più continuare a sfruttare le risorse che abbiamo a disposizione indiscriminatamente. E’ soprattutto l’interesse economico che sta determinando l’aumento dei disastri ambientali e l’impossibilità di accedere alle risorse primarie per milioni di persone. Il concetto di Bene comune dovrebbe avere molto più spazio e importanza. Alla stesso tempo nel mondo occidentale bisogna raggiungere la consapevolezza dell’impatto ambientale determinato dalle scelte personali e sociali. Vedo ad esempio la nonviolenza come un atteggiamento verso consumo critico e non sfrenato, come la possibilità di costruire una relazione armonica con l’ambiente e con gli altri. Pat insegna che è importante individuare i fondamenti della parte con cui ci si confronta. Parlando dell’ambiente e della sostenibilità, l’altra parte mi sta dicendo a gran voce che lo sfruttamento intensivo della terra è sbagliato, che l’energia va prodotta da fonti rinnovabili perchè i combustibili fossili termineranno e influiscono sul riscaldamento globale, che bisogna aumentare il ri-ciclo per evitare lo spreco e l’inquinamento. Ma riconosco anche che è importante lo sviluppo delle reti umane, il dialogo e la risoluzione creativa dei conflitti in tutti i campi.
Di cosa si occuperà Pat Patfoort al PeR?
Per il momento abbiamo stabilito una prima collaborazione per darle modo con una conferenza e un seminario in aprile (2011) di presentare la ristampa dei suoi ultimi libri e di approfondire le basi del suo metodo con insegnanti, educatori, genitori e chiunque sia interessato nella nostra regione. Inoltre credo che il luogo, il nostro Parco, in quest’area rurale integra, sarà particolarmente favorevole alla riflessione e al lavoro d’insieme.
Intervista pubblicata in orgigine sul bollettino del Centro Sereno Regis
http://serenoregis.org
http://www.per.umbria.it
Sito ufficiale di Pat Patfoort:
http://www.patpatfoort.be
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